
E’ un rivoluzionario sistema italiano che permette lo sgonfiaggio degli pneumatici senza rischi di stallonamento: a inventarlo è stato l’ingegnere romano Claudio Cardillo, appassionato di trazione integrale. Ecco di cosa si tratta.
Ci sono il modello “base” che può essere gonfiato a una pressione di esercizio di 2,5 atmosfere e lavorare con una pressione dello pneumatico a 0,8 atm e la versione “extreme” destinata a chi cerca il massimo da questo prodotto (sino a 3,5 atm di pressione di esercizio). In molti si chiederanno di cosa stiamo parlando. A spiegarlo è l’ideatore, Claudio Cardillo: “Facendo fuoristrada su sabbia, fango o roccia può essere necessario aumentare la superficie di appoggio dello pneumatico sul terreno per avere maggiore trazione e grip: grazie a un innovativo sistema si può procedere allo sgonfiaggio della gomma senza il rischio di stallonare e senza l’adozione di strutture complementari ai cerchi ruota. Il tutto con un notevole risparmio di peso e spesa rispetto a un tradizionale beadlock e soprattutto senza problemi di equilibratura”.
Energit, questo il nome del prodotto progettato e prodotto dall’ingegnere romano (e dalla M.A.C. Engineering srl) inserito all’interno dello pneumatico crea due zone separate e distinte, rendendo possibili differenti pressioni di esercizio: le due aree vengono in pratica gonfiate attraverso valvole separate, quella originale di gonfiaggio della gomma e quella specifica dell’Energit.
Ma come è fatto tecnicamente questo sistema? “E’ composto da una camera d’aria rinforzata con tessuto in materiale composito (fibra sintetica aramidica, n.d.r.) in grado di sopportare sollecitazioni 15 volte superiori all’acciaio, a parità di sezione. La struttura che avvolge la camera d’aria è costituita da un unico corpo senza cuciture nella parte sottoposta a sollecitazioni; il materiale che forma il guscio è realizzato in modo da far canalizzare l’aria, sia in entrata che in uscita, dalla valvola di gonfiaggio originale dello pneumatico evitando così l’interposizione di bypass” – spiega Cardillo.
Il vantaggio esclusivo del sistema Energit è che, assicurando l’aderenza di entrambi i talloni al cerchio, impedisce lo stallonamento sia esterno che interno mentre i classici beadlock (il termine significa letteralmente “bloccaggio del tallone”, cioè della parte dello pneumatico a contatto con il cerchio) garantiscono unicamente la ritenuta del tallone esterno. In pratica, la pressione di gonfiaggio di Energit, che a seconda del modello può raggiungere i 50 psi, permette a entrambi i talloni di rimanere in costante aderenza al cerchio anche dopo aver provveduto a sgonfiare lo pneumatico.
E per il montaggio? “Per prima cosa è necessario praticare un foro del diametro della valvola sul cerchio avendo l’accortezza di farlo in una posizione agevole per l’utilizzo e in modo che la valvola stessa sia accessibile dall’esterno per il gonfiaggio (e sgonfiaggio) oltre che in posizione centrale rispetto alla sezione del canale – conclude Cardillo – Dopo aver effettuato il foro, si tolgono le eventuali sbavature e/o spigoli sulla circonferenza del foro: consiglio sempre di allargare leggermente la parte iniziale della fessura con una punta di diametro maggiore per evitare spigoli “vivi” . Poi si alloggia la guarnizione in dotazione attorno alla valvola di Energit e la si inserisce nel foto praticato, si fa fuoriuscire la valvola dal cerchio, si posiziona la seconda guarnizione e si avvitano i dadi di bloccaggio. Il cerchio del nostro fuoristrada è ora dotato di due valvole separate per il gonfiaggio dello pneumatico. Si inserisce infine l’Energit all’interno del cerchio, posizionandolo lontano dai bordi per evitare interferenze in fase di montaggio dello pneumatico, e si completa con il gonfiaggio alla pressione desiderata”.
Semplice, no? Ma se preferite (o non avete dimestichezza con queste procedure) potete rivolgervi a chi prepara e equipaggia veicoli fuoristrada.
Per saperne di più si può consultare il sito ufficiale