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L’ozio nell’immaginario collettivo è una parola che suggerisce inerzia, indolenza e pigrizia

Qualcuno lo ha definito addirittura il padre di tutti i vizi, ma etimologicamente nel suo significato originale (otium), è lo spazio dedicato alla riflessione e alla stimolazione del pensiero, la madre della creatività. Oggi il capitalismo accompagnato dall’imperativo  neoliberista della prestazione ha trasformato tutto il tempo in tempo di lavoro. “Un uomo che non dispone di nessun tempo libero, che per tutta la sua vita, all’infuori delle pause puramente fisiche per dormire e per mangiare e così via, è preso dal suo lavoro, è meno di una bestia da soma.” Karl Marx

Il lavoro ci definisce socialmente e il peso dell’occupazione, la cultura del sacrificio e del fare carriera e avere successo, la capacità di produrre senza sosta e la quantità di impegni che riusciamo ad accumulare, sono i principi su cui tuttora si fondano la nostra identità e il nostro valore, cosi accade che sui Social ci si vanta di essere impegnati costantemente tutto il giorno, per mostrare di avere una vita piena e occupata, questo fenomeno ha persino un nome, ovviamente in inglese: busy bragging che letteralmente in italiano si traduce, con l’espressione “vantarsi di essere occupati”, dalle parole inglesi busy (occupato) e to brag (vantarsi). Nel nostro vivere quotidiano, oggi sembra che il tempo non sia mai abbastanza per fare tutto, ma temiamo di risultare pigri, poco interessanti, e dei falliti, se non sfoggiamo in continuazione nuovi traguardi, raggiunti attraverso il superlavoro, come se fossimo tutti CEO ( altra parola inglese ormai entrata nel linguaggio comune) di una multinazionale.

STOP!! Fermiamoci. Non è sostenibile una relazione di questo tipo con  gli altri e con il lavoro. Le pause, l’inattività e l’ozio non sono un optional superfluo. Dedicare del tempo alle proprie passioni, anche e soprattutto a quelle considerate improduttive, è necessario per ristabilire una connessione profonda con noi stessi e per cercare una via verso il benessere. Poltrire a letto e leggere un libro, vedere una serie in TV o ancora meglio andare al cinema, e in generale utilizzare il tempo libero per dedicarsi alla propria individualità, scoprire e coltivare le proprie risorse, sono la chiave dell’appagamento e forse della felicità.

G.

“COLTIVARE L’OZIO È IL FINE DELL’UOMO”

OSCAR WILDE

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