Alte Marche. Riserva Naturale della Gola del Furlo

Un tour esperienziale attraverso nove comuni, raccolti attorno ai monti Catria e Nerone, che hanno tante cose da raccontare ed una infinità di prodotti tipici da far assaggiare tra i quali sua maestà il tartufo

Le Marche, regione che la rivista Lonely Planet  ha inserito tra le mete “Best in Travel 2020” (che identifica le destinazioni che meritano assolutamente una visita) è uno scrigno di rara bellezza, da  scoprire con calma per apprezzarne le varie peculiarità.  Sono tanti gli itinerari tematici, microcosmi di grandi suggestioni, che spaziano dalla bellezza di paesaggi incantati, alle splendide città d’arte, ricche d’arte e di cultura; dalla magia di borghi senza tempo, ai maestosi castelli medievali  per arrivare ai prodotti tipici ed alle ricette di un tempo ed oggi recuperate.

Uno di questi porta nelle Alte Marche, un’area interna collocata nel nord della regione, al cospetto dei monti Catria e Nerone e composta dai comuni di Acqualagna, Apecchio, Arcevia, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico, Sassoferrato e Serra Sant’Abbondio. Nove piccole gemme (sette in provincia di Pesaro Urbino e due di Ancona) con tante cose da raccontare, testimonianze storiche da mostrare e tanti prodotti tipici da far degustare. Le distanze tra loro sono abbastanza contenute e quindi, anche con pochi giorni a disposizione, si riescono a visitare tutti.

Acqualagna (PU). Panorama

Acqualagna la capitale del tartufo

Prima tappa Acqualagna. L’antica Pitinum Mergens è una affascinante cittadina adagiata lungo il tracciato della antica via Flaminia,  e circondata dalla Riserva Naturale della Gola del Furlo (www.riservagoladelfurlo.it) un luogo straordinario dalla grande biodiversità .

A spasso per i sentieri del parco della Gola del Furlo con le e-bike di Marche and Bike

Per scoprirne gli angoli più nascosti si può utilizzare la bici a pedalata assistita – noleggiabile pure in loco da Marche and Bike (www.marcheandbike.it) –  che permette di percorrere vari chilometri senza fatica e, nel caso, affrontare agevolmente anche eventuali salite, tra cui quelle del  Monte Pietralata, circondati da uno scenario suggestivo in cui si alternano boschi, pareti rocciose e prati.  Ma Acqualagna è anche la capitale del tartufo e nel centro storico si trova l’interessante Museo del Tartufo (www.museotartufoacqualagna.it),una struttura attrezzata con tecnologie digitali e realtà virtuali, per raccontare il mondo del tartufo, attraverso un percorso polisensoriale ed interattivo.

Serra Sant’Abbondio ed il Monastero di Fonte Avellana

Basta spostarsi di pochi chilometri per ritrovarsi a  Serra Sant’Abbondio, il più piccolo dei nove comuni delle Alte Marche. Il paese ha alle spalle  una storia antichissima (come testimoniano i tanti reperti esposti nelle sale del municipio) e presenta ancora la tipica conformazione di borgo medievale. A pochi chilometri dal centro si può visitare la cripta paleocristiana di San Biagio costruita con reperti d’epoca romana provenienti da un tempio pagano. Nel territorio comunale, si trova anche il monumentale Monastero di Fonte Avellana. Fondato da San Romualdo e da sempre legato alla congregazione dei Camaldolesi, ha ospitato anche Dante Alighieri, che lo cita nella Divina Commedia, nel canto XXI del Paradiso.

La visita alle varie sale è qualcosa di straordinario. Assolutamente da vedere la cripta e la biblioteca storica. Quest’ultima contiene l’intero patrimonio librario antico del monastero, costituito da circa 20 mila volumi tra cui l’eccezionale Bibbia poliglotta stampata a Londra nel 1657. È scritta in sei lingue –  ebraico, greco, siriaco, targum (traduzione in aramaico della Bibbia ebraica), ebreo-samaritano e arabo – con la traduzione in latino per agevolare l’interpretazione comparativa. Ma l’accoglienza camaldolese passa anche dalla tavola: dal venerdì alla domenica i visitatori possono  degustare i piatti semplici della cucina del monastero (tra cui salumi, pasta fresca, polenta alla marchigiana e coniglio)  sui lunghi tavoli dell’antico refettorio. C’è anche la possibilità di pernottare nelle camere a disposizione degli ospiti che vogliono concedersi dei periodi di pace e raccoglimento (Info e prenotazioni tel 0721-730261).

La biblioteca storica del Monastero di Fonte Avellana. In primo piano l’antica Bibbia poliglotta del 1657 in sei lingue

Quattro borghi con tante storie da raccontare

Le tappe successive a Cagli, Piobbico, Cantiano e Frontone. Quest’ultimo è un piccolo borgo raccolto attorno al suo Castello, la cui forma ricorda la prua di una nave. Il maniero, costruito su un’altura con vista che spazia dalla vallata all’Adriatico, nei secoli passati era posto a presidio di un territorio di grande importanza strategica. Ora invece è di proprietà del Comune e spesso ospita mostre temporanee ed eventi ed anche matrimoni e banchetti nuziali.

Altra tappa a Cantiano,un paradiso naturalistico grazie al “Bosco di Tecchie” un grande orto botanico naturale dove convivono faggi secolari, muschi millimetrici, giganteschi cerri e  tante specie di funghi tra cui i ricercati porcini, il tutto in una complessa ed elegante armonia. È anche conosciuto per il tipico “pane di Chiaserna” e per il Cavallo del Catria l’unica razza riconosciuta marchigiana.

Centro Ippico Badia a Fossato di Chiaserna dove viene allevato il Cavallo del Catria l’unica razza marchigiana

A Fossato di Chiaserna c’è il Centro Ippico Badia dove è possibile scoprire questi cavalli, molto docili e per questo utilizzati per escursioni a contatto con la natura del Monte Catria.  Cantiano è pure noto per la “Turba”, una suggestiva rievocazione storica della Passione di Cristo, che si svolge nella notte del Venerdì Santo con grande partecipazione popolare.

Piobbico (PU). Uno “scatto” dal Castello Brancaleoni

Merita una visita anche Piobbico, posto  alla confluenza dei torrenti Biscubio e Candigliano e stretto fra i monti Nerone e Mondiego. È dominato dal grande Castello Brancaleoni, che rappresenta il suo elemento architettonico più rilevante (www.castellobrancaleoni.it). Posto   sulla collinetta che sovrasta il paese, e visitabile solo con guida, è articolato attorno a più cortili e presenta all’interno diverse sale decorate con affreschi, stucchi, stemmi e camini tardo rinascimentali. All’ingresso è posta la torre con il grande orologio, le cui lancette si muovono in senso antiorario. Una parte ospita il Museo Civico Brancaleoni composto da più sezioni (Usi e costumi del territorioArcheologia, Speleologia, Geo Paleontologia, Ornitologia e Numismatica) con migliaia di pezzi esposti tutti di rara bellezza.

Teatro Comunale di Cagli (PU), gioiello architettonico del XIX secolo

Infine Cagli  un gradevole borgo di impronta medievale, ricco di monumenti e palazzi nobiliari, raccolti attorno alla centralissima Piazza Matteotti. Da vedere assolutamente il Torrione, il suo simbolo indiscusso opera dell’architetto Francesco di Giorgio Martini ed il Teatro Comunale, un gioiello architettonico del XIX secolo, con  raffinate decorazioni che impreziosiscono la platea, il foyer ed i tre ordini di palchi. Dal loggione si arriva quasi a toccare “con mano” il grande rosone in legno posizionato al centro della volta. Riaperto da pochi anni, dopo accurati lavori di restauro, continua ad ospitare artisti e compagnie di fama nazionale che scelgono questo teatro per provare i loro spettacoli e per presentarli al pubblico in anteprima assoluta. Su consiglia di visitare anche le chiese di San Francesco e di San Domenico e la particolare chiesetta di San Bartolomeo.

Sassoferrato ed Arcevia due perle in provincia di Ancona

Assolutamente da vedere anche Sassoferrato, uno dei borghi più belli d’Italia, con una storia ultramillenaria che affonda le radici nel periodo romano. Nel centro storico, si viene accolti dalla bella chiesa di Santa Chiara, annessa all’omonimo antico monastero che ospita una piccola comunità di suore di clausura che realizzano anche piccoli oggetti (braccialetti, rosari e medagliette) che si possono acquistare. Nelle vicinanze la interessante chiesa collegiata di San Pietro con la annessa canonica dove sono conservati libri e reperti di arte sacra.

Sassoferrato (AN). Antica cella penitenziaria ricavata nella Canonica della Collegiata di San Pietro

Una curiosità è rappresentata dalla cella penitenziaria che alcuni secoli fa era utilizzata come luogo di espiazione per quei religiosi che avevano commesso reati o peccati. Sulle pareti, ancora oggi, si leggono le loro ammissioni di colpa o le professioni di innocenza nel caso di ingiusta condanna.

Per rimanere in provincia di Ancona merita una visita la bella Arcevia, conosciuta anche come la “perla dei monti” per la bellezza dei suoi monumenti e la straordinaria posizione nell’alta valle del fiume Misa, che permette di godere di panorami indimenticabili. È impreziosita da nove bellissimi castelli circondati da piccoli borghi tre-quattrocenteschi ben conservati e protetti da possenti mura fortificate, dove il tempo sembra essersi fermato. Anche il centro storico, raccolto attorno a piazza Garibaldi,  è ricco di monumenti e gioielli di grande valore artistico e religioso assolutamente da vedere. È il caso della Collegiata di San Medardo con lo splendido altare della Madonna dei miracoli di Giovanni della Robbia e le straordinarie opere dell’artista rinascimentale Luca Signorelli.

Arcevia (AN). Collegiata di San Medardo. Madonna dei Miracoli in terracotta invetriata di Giovanni della Robbia.

Poco distante, su corso Mazzini, si trova il vasto Complesso di San Francesco con la bella chiesa, il  Museo Archeologico e le due raccolte di arte contemporanea dedicate allo scultore  Edgardo Mannucci ed al pittore Bruno d’Arcevia.  

Arcevia (AN). Antico borgo di Piticchio. Museogiocando il museo italiano del giocattolo e del modellismo

Una gradita sorpresa a Piticchio, una delle caratteristiche frazioni arceviesi. A poca distanza dall’incantevole omonimo borgo castello si trova il bellissimo museo italiano del giocattolo e del modellismo. “Museogiocando”, questo è il suo nome, comprende oltre 5.000 pezzi scovati in ogni parte del mondo dal proprietario Giovanni Catelli in oltre quarant’anni di ricerche. Il  piano terra è per buona parte occupato dai trenini elettrici, rigorosamente d’epoca e perfettamente funzionanti, che si muovono su sette grandi plastici. Nel seminterrato oltre 3000 modellini (automobili, mezzi militari e trattori agricoli)  illustrano l’evoluzione del trasposto su strada dal XVIII secolo ai giorni nostri. Su un lato del locale c’è anche una grande autopista di slot cars che i visitatori possono provare (www.museogiocando.com).

Apecchio la città della birra

Ultima tappa Apecchio, un paradiso per gli appassionati dell’outdoor, che hanno a disposizione una infinità di sentieri, molti dei quali adatti a tutti, da percorrere a piedi o in bici, per una full immersion nella natura, al cospetto di panorami mozzafiato. Il comune marchigiano è anche capofila delle Città della Birra, una associazione nata nel giugno del 2015, che  ha come soci fondatori otto Comuni delle Marche (Apecchio, Fermignano, Cantiano, Serra Sant’Abbondio, Monte Porzio, Arcevia, Servigliano, Comunanza), uno dell’Umbria (Montone) ed un altro in Abruzzo  (Fossa). Ad Apecchio è anche nata l’alogastronomia un termine che identifica lo stretto rapporto tra birra di qualità dei microbirrifici della zona, prodotti di eccellenza e territorio da cui provengono.

Alte Marche una sinfonia di sapori

Le Marche stupiscono anche per la lunga storia gastronomica, in grado di affascinare anche il visitatore più esigente. Una storia fatta di tanti prodotti tipici e di tanti vini a cui si è aggiunta la birra di qualità prodotta nei tanti microbirrifici sparsi per la regione. In questa terra, le tipicità  vanno a “braccetto” con i borghi storici, per dare vita ad un’esperienza piacevole ed un modo nuovo per esplorare il territorio e riscoprirne le eccellenze gastronomiche. Questo è vero anche per il territorio delle Alte Marche.

Frontone (PU). Taverna della Rocca. Preparazione della Crescia

Ad esempio a Frontone si può assaggiare la Crescia, più morbida e soffice della piadina romagnola, cucinata direttamente sulle braci, accompagnandola con salumi, formaggi, carne alla griglia e verdure lessate. Nel cuore del borgo la si può degustare alla Taverna della Rocca (www.tavernadellarocca.com) abbinandola anche con ottime tagliatelle condite con ragù all’anatra o funghi porcini. A Cantiano si può provare il tipico “pane di Chiaserna”, che deve la sua bontà alla qualità dell’acqua utilizzata, che arriva dalle sorgenti del Catria ed al lungo processo di lievitazione naturale che gli conferisce peculiari caratteristiche di leggerezza e freschezza nel tempo.

Serra Sant’Abbondio (PU). il piatto tipico delle Pencianelle

Serra Sant’Abbondio è rinomata per le Pencianelle. Tanti sono i segreti che avvolgono questo  primo piatto a base di farina e acqua. Chi ne custodisce l’arte della loro preparazione non svela né la tipologia delle farine, né le loro proporzioni. Si sa solo che le farine in uso sono due e che quando sono secche, per davvero….. cantano.

Cagli (PU). La tipica colazione pasquale marchigiana

Altra tipicità marchigiana è la Colazione di Pasqua una antica tradizione per festeggiare la festa più importante della cristianità fin dal primo mattino. Il piatto è ricolmo  di salumi e pane casereccio, uova (quelle benedette dal prete durante la benedizione delle case), pizza di formaggio, coratella d’agnello e frittata con la mentuccia in abbinamento ad un bicchiere di vino. A Cagli la si può degustare, previa prenotazione, in qualunque momento dell’anno, al Ristorante Pineta in viale della Vittoria a pochi metri dal Torrione.

Ad Arcevia la specialità è il mays (proprio con la “y”) ottofile di Roccacontrada (l’antico nome di Arcevia) peculiare espressione della biodiversità del territorio. Deve il suo nome alla particolare disposizione dei chicchi sulla pannocchia. La farina, macinata a pietra, ha un profumo intenso, un sapore gradevole e interessanti proprietà nutrizionali. È un prodotto da sempre usato nella cucina marchigiana per la preparazione delle gallette di mais e, soprattutto della polenta, gustosa e saporita,  da assaggiare anche senza condimento.

Il tipico tartufo di Acqualagna

Infine ad Acqualagna è quasi d’obbligo una sosta gustosa per assaggiare sua maestà il tartufo in uno dei tanti locali (ristoranti, trattorie ed osterie) di buon livello. Nel centro si può provare l’Osteria del Parco che propone il pregiato fungo ipogeo con vari abbinamenti (www.osteriadelparco.eu).

Dove dormire. Ad Acqualagna si può provare l’Hotel “Antico Furlo” nel cuore del paradiso naturale della Gola del Furlo (https://anticofurlo.it). Se si apprezza la vacanza in appartamento a Cagli ci sono diverse soluzioni. Per ogni info si può telefonare all’Ufficio IAT del Comune: tel. 0721-780773.

Articolo di Tiziano Argazzi