Roma, piazza del Popolo. Sullo sfondo il tridente romano
Roma, piazza del Popolo. Sullo sfondo il tridente romano (Apostolis Giontzis/Shutterstock.com)

Un breve itinerario alla scoperta di una delle vie del tridente romano: via Ripetta. Un volto di Roma famoso ma non troppo.

Metro A, fermata Flaminio. Oltrepassata Porta del Popolo, ecco la famosissima piazza ellittica: Piazza del Popolo, un vero e proprio set cinematografico a cielo aperto, dalla perfetta simmetria architettonica. È proprio da qui che partono tre delle vie romane più conosciute – via del Corso, via del Babbuino e via Ripetta – note come il tridente romano.

Via del Corso, con la sua moltitudine di negozi, dai prezzi di fascia media, è la strada più conosciuta che conduce fino a Piazza Venezia. Via del Babbuino, invece, è ricca di negozi chic ed eleganti e termina a Piazza di Spagna. Via Ripetta, forse la meno “famosa”, è caratterizzata da un’atmosfera delicata, densa di storia e raffinatezza.

Il nome della via deriva dal fatto che un tempo, circa trecento anni fa, proprio qui, fu costruito un porto, il Porto di Ripetta, per l’appunto. Fu chiamato con il diminutivo “Ripetta” per distinguerlo da quello di Ripa Grande a Trastevere. In seguito all’Unità d’Italia, il porto fu soppresso con la costruzione dei Muraglioni sul Tevere.

Roma, via Ripetta o via di Ripetta (Daniele Cossu/Shutterstock.com)

Tra ristoranti, negozi di abiti, antiquari ed enoteche, si trova la chiesa di San Luigi dei Francesi che racchiude, nella Cappella Contarelli, tre capolavori assoluti del Caravaggio: il Martirio di San Matteo, San Matteo e l’angelo e Vocazione di San Matteo.

In questa via non è raro imbattersi nell’artista Fausto delle Chiaie. Personaggio curioso e intrigante che, dal 1989, espone le sue creazioni lungo il marciapiede di fronte al Museo dell’Ara Pacis.

Accanto alle opere di questo artista contemporaneo, a distanza di pochi metri, si torna indietro di duemila anni. Piazza Augusto Imperatore ospita il mausoleo di Augusto.

Una via, insomma, in cui la contemporaneità e la classicità si toccano e convivono in perfetta armonia e che, sicuramente, merita di essere conosciuta.