Si trova in Norvegia, a nord del Circolo Polare Artico. Avrà la forma ad anello, sarà ad impatto “zero” ed aprirà i battenti nel 2023

A Nord del Circolo Polare Artico mare, montagna e ghiaccio si uniscono in un luogo magico. Proprio qui, nel comune di Meløy, alla base dello Svartisen – il secondo ghiacciaio più grande della Norvegia – sorgerà l’hotel Svart.

Il nome Svart in norvegese significa nero e rende omaggio direttamente al ghiacciaio, la cui traduzione letterale è “ghiaccio nero“.

La forma del corpo principale sarà un anello che si estenderà  dai piedi del monte Almlifjellet alle limpide acque del fiordo di Holand. È un luogo incontaminato, che si raggiunge solo dall’acqua: l’hotel sarà collegato alla città più vicina, Bodø, attraverso un servizio navetta operato con un’imbarcazione a zero emissioni.

L’hotel,  non solo utilizzerà l’85% di energia in meno rispetto ad una struttura alberghiera dello stesso livello creata secondo i moderni standard costruttivi, ma sarà in grado di generare la propria energia, rigorosamente da fonti rinnovabili, così da essere  autosufficiente  e  sostenibile. Prima di iniziare il progetto, gli architetti dello studio Snøhetta che hanno “disegnato” e messo in opera l’intera struttura, hanno condotto uno studio dettagliato sulla posizione, per avere tutto l’anno la migliore esposizione alla luce solare, considerato che l’hotel si troverà sulle rive di un fiordo riparato dalle montagne.

Per la progettazione  hanno tratto ispirazione dall’edilizia locale tradizionale: i rorbuer, tipiche abitazioni palafittiche utilizzate dai pescatori, o le fiskehjell, cioè le strutture per l’essiccazione del pesce a cui sono ispirate le travi di supporto a forma di A. Sulle stesse travi poggerà una passerella di legno, sospesa tra l’acqua e il corpo principale dell’edificio, che avrà un’altezza sufficiente a consentire il passaggio di barche e altre imbarcazioni: l’ideale per gli appassionati di sport acquatici.

Per quanto riguarda la costruzione verranno evitati materiali ad alta  intensità  energetica  come acciaio e cemento. Allo stesso scopo, ovvero ridurre ulteriormente l’impatto ambientale dell’edificio, sarà abbondantemente utilizzato il legno locale, sia per la struttura, sia per i rivestimenti. La base della struttura ad anello sarà supportata da piloni di legno  resistenti alle intemperie, che si estenderanno per diversi metri sotto la superficie del fiordo e contribuiranno all’aspetto trasparente e fluttuante dell’edificio contenendo l’impatto dell’opera sulla natura.

Un progetto architettonico in un ambiente così prezioso – ha spiegato  Kjetil Trædal Thorsen, socio fondatore dello Snøhetta – porta con sé la chiara responsabilità di proteggere la bellezza naturale del sito, la fauna e la flora. Volevamo realizzare un  edificio  sostenibile che avesse un impatto minimo in questo meraviglioso ambiente naturale. La costruzione di un hotel a basso consumo energetico – sono sempre parole di  Thorsen,  – è un passo fondamentale verso la creazione di una destinazione turistica sostenibile. Il design rispetta le caratteristiche uniche del luogo: le specie vegetali rare, le acque limpide e il ghiaccio blu intenso del ghiacciaio Svartisen”.

Questo studio ha portato alla definizione del design circolare dell’hotel, una scelta che consente di posizionare strategicamente le camere, i ristoranti e le terrazze per sfruttare al meglio l’energia solare durante tutto l’anno. In estate, quando l’intensità delle radiazioni solari è maggiore, le facciate forniranno ombra e renderanno superfluo l’impiego di aria condizionata. Nei mesi invernali, invece, le grandi vetrate lasceranno passare quanta più luce possibile per sfruttare il calore naturale del sole. Il tetto  sarà rivestito con  pannelli  solari  realizzati in Norvegia con energia idroelettrica pulita, in modo da ridurre ulteriormente la carbon footprint.

Considerate le lunghe notti estive che caratterizzano questa latitudine, la struttura dovrà essere in grado di raccogliere molta energia solare per far fronte al fabbisogno energetico dell’hotel. Inoltre, per riscaldare l’edificio si sfrutteranno dei pozzi geotermici collegati a pompe di calore, riducendo così il consumo complessivo di energia.

Una volta completato, l’hotel – dotato di più di cento camere – sarà aperto agli ospiti, ai visitatori giornalieri e alla comunità locale.

Al suo interno ospiterà anche un laboratorio di formazione e progettazione che condurrà ricerche per ottimizzare ulteriormente le misure di risparmio energetico della struttura.

Inoltre è prevista la creazione di un’azienda agricola sostenibile, che produrrà i prodotti necessari per approvvigionare i quattro ristoranti dell’hotel. Se tutto procede secondo le previsioni, il progetto arriverà a compimento nel 2023.

Tiziano Argazzi