
La spugna di luffa è completamente naturale, biodegradabile e riciclabile. Cos’è e come si usa? Scopriamolo insieme.
La spugna di luffa, a qualcuno ancora sconosciuta, è un prodotto che dovremmo sempre avere in casa. E’ completamente naturale, ipoallergenica, biodegradabile e riciclabile. Di origine orientale – il suo nome viene dall’arabo louff – si ricava dall’omonima pianta che appartiene alla famiglia delle zucche e delle zucchine. Negli ultimi anni, considerando le richieste del mercato, la coltivazione della luffa è arrivata anche nelle regioni italiane più calde e c’è qualcuno che la coltiva addirittura in casa. Se aveste voglia di cimentarvi nel fai da te, potete scegliere di acquistare i semi o una piantina già sviluppata. La semina avviene in primavera, da marzo a maggio, in una zona soleggiata e in un terriccio ricco di sostanza organica. Se non la piantate direttamente sul terreno, ricordatevi di utilizzare un vaso capiente.
La pianta di luffa cresce in altezza e ha dei frutti che sono simili ai cetrioli, commestibili solo quando sono giovani. Trascorso questo tempo inizia un processo di decomposizione della polpa che porta alla ‘nascita’ della spugna. Togliendo la buccia, infatti, si ha tra le mani proprio il prodotto di cui stiamo parlando.

Come suggerisce il nome, la spugna di luffa non è altro che un ‘tipo’ di spugna vegetale. A differenza di alcune sue ‘colleghe’, però, è estremamente versatile. Innanzitutto è molto apprezzata per la sua proprietà esfoliante. Non riesce solo a rimuovere delicatamente le cellule morte dalla pelle, ma, massaggiandola sul corpo, migliora anche la microcircolazione sanguigna rendendo l’epidermide più liscia e morbida.
Essendo ipoallergenica e non trattata con sbiancanti o trattamenti chimici, la spugna di luffa è ideale per detergere la pelle del viso più delicata. Dulcis in fundo, prima di buttarla via, la spugna di luffa può essere utilizzata per le pulizie domestiche e per lavare i piatti. Grazie alle sue proprietà, infatti, è in grado di rimuovere anche lo sporco più ostinato. Quando si è rovinata del tutto può essere gettata nel compost.
Un’ultima raccomandazione riguarda la ‘manutenzione’ della spugna di luffa: è possibile lavarla mettendola in ammollo con acqua e bicarbonato. Qualsiasi utilizzo ne facciate, onde evitare la proliferazione di muffe e batteri, ricordate che va sempre fatta asciugare molto bene.