
L’associazione Ice911 lancia una propria idea per rallentare l’avanzata dello scioglimento dei ghiacciai: cospargere, in alcune zone dell’artico, delle perline cave per riflettere la luce solare
Lo scioglimento dell’artico preoccupa sempre più. Il ghiaccio della Groenlandia sparisce sempre più in fretta, arrivando ad una perdita di 60 milioni di tonnellate in 5 giorni. E il 75% del volume del ghiaccio ora è acqua. Ricordiamo che tale scioglimento inficia negativamente sul clima in quanto è proprio l’artico a riflettere la luce solare nello spazio, grazie alle banchise solide. L’associazione Ice911 muove un’idea che di sicuro ha del particolare: coprire specifici punti del polo nord con milioni di piccole sfere cave, in modo da creare uno strato difensivo che agisca da specchio e rifletta i raggi del sole.
Le “sfere”
Abbiamo utilizzato il termine di “sfere” ma a guardarle bene di tratta più di granelli, simili a quelli di sabbia, composti essenzialmente di silice (silicio + ossigeno), una sostanza atossica facilmente reperibile. Tali granuli si attaccano al ghiaccio e compiono un efficace lavoro riflettente, che potrebbe addirittura garantire un abbassamento di temperatura di 1,5 gradi in buona parte dell’artico. Ma, nella pratica, funzionano davvero? Diversi tentativi sono stati svolti, il più importante su un lago ghiacciato vicino a Utqiaġvik (Barrow), in Alaska. E i risultati si sono rivelati soddisfacenti.
Prossime mete
Con questa tecnologia l’associazione mira a ricoprire solo specifici punti dell’estremo nord del mondo, non certo l’intera superficie artica. Uno fra tutti è lo stretto di Fram, tra la Groenlandia e le Svalbard, un punto di massimo scioglimento.
Questa invenzione è ancora in stato embrionale, ma Ice911 punta ad un suo utilizzo pratico nell’arco di tre anni. Il costo, però, sembra rallentare le cose: spargere tutte quelle sfere potrebbe venire a costare una cifra stimata e approssimativa di 5 miliardi di dollari.