Roma, Appia Antica. Mausoleo di Cecilia Metella
Roma, Appia Antica. Mausoleo di Cecilia Metella (Shutterstock.com)

Un breve itinerario su due ruote alla scoperta di un tratto dell’Appia Antica, attraversando uno dei parchi più frequentati dai romani: la Caffarella.

Nelle belle giornate romane un’idea un po’ diversa è quella di una gita su due ruote sulla Regina viarum, l’Appia Antica, attraversando prima uno dei parchi più frequentati dai romani, la Caffarella.

Se non si possiede una bicicletta nessun problema. Basta prendere la linea A della metropolitana, scendere a Colli Albani e seguire le indicazioni per il parco della Caffarella. Cinque minuti a piedi ed è possibile noleggiarne una proprio all’ingresso del parco, sulla via Latina.

Il mini tour inizia con la Vaccareccia, un casale rinascimentale con una torre medievale e una grande aia. Poco distante, il Sepolcro di Annia Regilla: un piccolo monumento funerario, a forma di tempietto, dove riposa la moglie di Erode Attico.

Roma, parco della Caffarella. Sepolcro di Annia Regilla (Shutterstock.com)

Un quarto d’ora di pedalata lungo via della Caffarella e si arriva sull’Appia Antica.

Sulla strada lastricata – con ancora in evidenza i solchi degli antichi carri – ecco spuntare una stele funeraria e uno o più sarcofagi. All’incirca ogni due-tre pedalate ci si potrebbe fermare data la grande quantità di monumenti ed epigrafi che si trovano lungo il percorso.

Si procede poi in direzione del Mausoleo di Cecilia Metella, uno dei punti più pittoreschi del tour. Ha affascinato studiosi di arte, archeologia, architetti, ed è stato disegnato fin dal Rinascimento. È la tomba di una nobildonna del I secolo a.C., di cui si conosce il nome, Cecilia, e la famiglia di provenienza, Metelli. Queste informazioni si conoscono grazie alla lapide marmorea, posta sulla sommità del monumento, rivolta verso la strada. 

La costruzione è affascinante. Posizionata su un rilievo che le permetteva di essere vista anche in lontananza, è stata poi inglobata in un vero e proprio borgo fortificato, chiamato il Castrum Caetani, circondato da mura e costituito da un palazzo, da una chiesa – la chiesa di San Nicola, che si trova proprio dall’altra parte della strada rispetto al mausoleo – e da piccole case.

La tomba di Cecilia divenne, quindi, una torre di avvistamento. Alzando lo sguardo si possono vedere le merlature medievali che cingono il cilindro. Questo il motivo per cui oggi si ha la fortuna di imbattersi in un così ben intatto monumento risalente a più di 2000 anni fa.