Busti romani antichi della collezione Torlonia. Esposizione temporanea 2020 Villa Caffarelli Roma
Busti romani antichi della collezione Torlonia. I sala dell'esposizione temporanea 2020 Villa Caffarelli Roma; Foto di L. Marchesini

Ha inaugurato a ottobre una delle mostre più importanti sulle antichità romane organizzate negli ultimi anni. La straordinarietà risiede non solo nella qualità delle opere ma anche nella possibilità di rivedere sculture normalmente inaccessibili al pubblico perché conservate nel Museo Torlonia chiuso dai primi del Novecento. Il Museo Torlonia, fondato nel 1875 in via della Lungara, consta di 77 sale e circa 600 sculture antiche. Si tratta di un museo privato di una delle più importanti famiglie romane che dalla metà dell’Ottocento dominarono la scena economica e artistica della capitale.

Al venir meno dell’importanza del mecenatismo papato corrispose una sempre crescente presenza della famiglia Torlonia nell’ambito delle Arti, dapprima con la figura di Giovanni Raimondo Torlonia (1754–1829) e poi del figlio Alessandro (1800–1886). Il loro “salotto” era ambito dai più importanti artisti dell’epoca ed era luogo di occasione, di scambio e di formazione per i giovani intellettuali. Questo impegno culturale trovò corrispondenza piena nella ricerca collezionistica che toccò tutte le discipline. Di quello che a buon diritto poté definirsi “gusto Torlonia” resta oggi solo qualche timido ricordo. La distruzione della loro villa in città e la dispersione delle raccolte sul mercato impediscono di restituire a pieno la portata culturale di quello che dovette essere il loro personale e fondamentale contributo nella Roma del XIX secolo.

Resta tuttavia pressoché intatta la collezione di antichità romane, alla cui raccolta la famiglia dedicò passione e risorse.

La mostra allestita nei Musei Capitolini nelle sale di Villa Caffarelli ospita 96 sculture tra le più significative delle 620 esistenti e costituisce un’occasione straordinaria per ricostruire la nascita e l’approccio storico collezionistico di quella che ad oggi è la più importante raccolta di opere classiche al mondo ancora di proprietà privata.

Le sculture raccolte comprendono ritrattistica celebrativa, bassorilievi, sarcofagi, sculture votive, animali, Divinità, Muse e fontane. La parte più straordinaria è certamente la galleria di ritratti che consente di “incontrare” vis à vis tutti i personaggi che hanno fatto la storia della Roma Antica. Nella prima sala la disposizione su più ordini dei busti toglie il fiato per la bellezza e l’imponenza scenica di quei volti alteri che accolgono il visitatore, assieme alla scultura di Germanico, unico bronzo esposto in mostra.

L’impostazione generale della mostra consente di avere un’idea della formazione della raccolta restituendo così anche l’evolversi delle scelte collezionistiche dei suoi proprietari.

Una sezione della mostra è dedicata alle scoperte delle opere ritrovate nei possedimenti Torlonia, dove il fondatore del Museo condusse un’intensa attività di scavo estesa tra le tenute di Roma Vecchia e della Caffarella, le Ville dei Quintili, dei Sette Bassi e di Massenzio ed ampliatesi anche lungo la via Appia e la via Latina, dove erano in antico importanti sepolcreti, Porto, in Sabina, nella Tuscia.

Importantissima fu poi l’opera di acquisto di intere altre collezioni, come quella dello scultore Bartolomeo Cavaceppi (1716–1799), uno dei più importanti restauratori di statuaria romana della fine del Settecento, l’intero nucleo di Antichità provenienti da Villa Albani e una parte consistente delle opere del marchese Vincenzo Giustiniani (1564–1637) (vedi anche https://www.secondamanoitalia.it/vivere/roma-i-marmi-torlonia-collezionare-capolavori-in-attesa-della-riapertura/).

La mostra si conclude con una sala dedicata alle pratiche di restauro normalmente in uso nel XIX secolo e con l’esposizione di alcune tavole in fototipia del primo catalogo del Museo Torlonia, vera opera di catalogazione già di ispirazione moderna (leggi anche https://www.secondamanoitalia.it/vivere/roma-i-marmi-torlonia-collezionare-capolavori-alla-scoperta-di-unopera/).

Purtroppo non tutte le sale hanno un’ampiezza adeguata per l’esposizione ottimale delle opere, ed un eccessiva pulitura delle superfici marmoree, presumibilmente avvenuta prima della mostra, ha eliminato assieme alla sporcizia anche la patina del tempo, appiattendo un po’ troppo le forme delle sculture. La mostra è il risultato di un’intesa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo con la Fondazione Torlonia. Il progetto scientifico di studio e valorizzazione della collezione è di Salvatore Settis e Carlo Gasparri, curatori della mostra.

Roma, Musei Capitolini, Villa Caffarelli dal 14 ottobre 2020 al 29 giugno 2021 (visita il sito http://torloniamarbles.it/).