
Un breve itinerario nel cuore del centro storico di Roma alla scoperta di quattro curiosità all’insegna del “forse non tutti sanno che”.
Nel centro storico di Roma si trovano monumenti con storie insolite tutte da scoprire. Ecco alcuni “forse non tutti sanno che”
L’obelisco di Piazza della Minerva
Piazza della Minerva. Qui svetta l’omonimo obelisco, noto anche come il Pulcin della Minerva: con “pulcino”, nel dialetto dell’epoca, si intendeva porcino, riferimento alle forme ridotte e tondeggianti dell’elefante che lo sorregge. Gian Lorenzo Bernini decise di collocarlo sul dorso del piccolo pachiderma e l’iscrizione, in latino, ci spiega il perché: “Chiunque qui veda i segni della Sapienza d’Egitto scolpiti sull’obelisco, sorretto dall’elefante, la più forte delle bestie, intenda questo come prova che è necessaria una mente robusta per sostenere una solida sapienza”.
Secondo la cultura popolare, i domenicani del convento vicino si sarebbero permessi di contestare la scelta dell’artista, sostenendo che “nessun peso a piombo dovrebbe avere sotto di sé il vuoto perché sarebbe poco durevole”. E il Bernini, colui che aveva già costruito l’obelisco della fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona proprio su una roccia vuota, come reagì? Volgendo le terga dell’elefantino al convento, con la coda spostata verso sinistra!
Il Pantheon
Il Pantheon. Le leggende e le storie che lo riguardano sono davvero numerose: che non vi piovesse all’interno, nonostante l’oculo di 9 metri di diametro, e che fosse impossibile che la cupola fosse stata costruita da mano umana, date le imponenti dimensioni. Ma ciò che è veramente spettacolare lo riporta Stendhal: “Il più bel resto dell’antichità romana è senza dubbio il Pantheon. Questo tempio ha così poco sofferto, che ci appare come dovettero vederlo alla loro epoca i Romani”. Ebbene sì, questo è l’unico monumento dell’antica Roma che si è mantenuto integro. Nonostante i vari interventi durante i secoli, ciò che ne ha permesso la conservazione è stata la sua trasformazione in chiesa.

Piazza Navona
Piazza Navona. La forma ellittica richiama la sua originaria funzione: uno stadio, voluto dall’imperatore Domiziano per i giochi atletici, che poteva ospitare fino a 30.000 persone. Ancora oggi, nella via adiacente, è possibile osservarne gli antichi resti poiché l’attuale piazza è sopraelevata di circa 6 metri rispetto al piano antico. Ma ciò che la rese famosa fu una tradizione inaugurata nel 1652: furono chiusi gli scarichi delle tre fontane per lasciare debordare l’acqua cosicché tutta la parte centrale della piazza, all’epoca concava, ne fosse sommersa. Sia i nobili sia il popolo vi si divertivano, i primi passando in carrozza, i secondi portando i carretti oppure sguazzandoci dentro. Il cosiddetto “lago di piazza Navona” divenne una consuetudine dei sabati e delle domeniche di agosto per i successivi due secoli.

Le vasche di Piazza Farnese
Piazza Farnese. Sede dell’ambasciata di Francia, è il luogo in cui si collocano due peculiari fontane. Si tratta di due vasche gemelle poste ai due lati della piazza, la cui funzione, anche in origine, doveva essere puramente ornamentale. La forma è ovale ed è decorata, all’esterno dei lati lunghi, da due maniglioni e da una testa di leone centrale. Come fontane sono alquanto anomale. Questo perché erano le vasche utilizzate all’interno delle famose Terme di Caracalla e furono trasferite qui, per abbellire la piazza, solamente a metà del Quattrocento.
