
A Roma, nel rione Esquilino, nel punto in cui otto degli undici acquedotti convergevano, si trova Porta Maggiore. Qui la storia delle sue trasformazioni.
A Roma, nel rione Esquilino, c’è un’area che veniva chiamata ad Spem Veterem poiché qui sorgeva il tempio dedicato alla Dea Speranza, edificato nel 477 a.C. Porta Maggiore sorge proprio in questa zona, nel punto in cui otto degli undici acquedotti di Roma convergevano.
In origine questa porta era la monumentalizzazione dell’Acquedotto Claudio per consentirgli di oltrepassare la via Prenestina e la via Labicana (oggi via Casilina). Si tratta di un’unica struttura con due fornici e finestre su piloni inserite in edicole con semicolonne di ordine corinzio. Al di sopra si trova un attico suddiviso in tre fasce. Le due superiori corrispondono ai canali degli acquedotti Anio Novus e Aqua Claudia.
Nel 271 d.C. Aureliano iniziò la costruzione delle omonime mura. I fornici monumentalizzati divennero una vera e propria porta inglobata all’interno delle mura (proprio come accadde per la Piramide Cestia) e prese il nome di Porta Praenestina o Labicana.
Nel 402 d.C. è Onorio che la suddivise in due porte distinte: la Praenestina a destra e la Labicana a sinistra. Le rinforzò, per scopo difensivo, con torri quadrate ai lati e un bastione cilindrico al centro. Questa nuova struttura, però, nel 1838, per volere di Papa Gregorio XVI, fu demolita perché considerata asimmetrica e priva di equilibrio. Volle ripristinare, dunque, il progetto primigenio di Aureliano.
Durante le demolizioni fu riportato alla luce il sepolcro di Marco Virgilio Eurisace che è ben visibile subito fuori la porta. Fu concepito come una copia dei recipienti in cui si impastava la farina. Questa forma la si deve al fatto che il defunto era un fornaio. Ce lo precisa anche l’iscrizione stessa “Questo sepolcro appartiene a Marco Virgilio Eurisace, fornaio, appaltatore, apparitore”. Due ulteriori dati a conferma del suo mestiere sono la forma dell’urna in cui furono deposte le ceneri della moglie – una madia da pane – e il fregio che corre intorno al monumento in cui sono raffigurate le varie fasi della panificazione.