
“Insieme a te non ci sto più”, mostra di NARCISA MONNI, dal 13 Agosto 2020 al 11 Ottobre 2020 negli spazi museali della Stazione dell’Arte di Ulassai.
Narcisa Monni, nata a Sassari nel 1981 traduce in arte il suo periodo di quarantena. L’artista, durante i due mesi di isolamento dovuto alla pandemia, ha dato vita a diverse opere di grande intensità, restituendoci uno spaccato privato di uno dei momenti più bui della storia contemporanea. Il distanziamento sociale tradotto con il linguaggio dell’arte. La pandemia ha influenzato il processo creativo di pittori, scultori e musicisti, e il risultato è nelle opere che oggi raccontano il periodo del cosiddetto lockdown.
La rassegna si compone di una quarantina di opere realizzate dell’artista negli ultimi mesi. Il titolo “Insieme a te non ci sto più” trae spunto dalla canzone di Caterina Caselli ed è l’espressione tanto della condizione di isolamento forzato che le persone si sono trovate a sperimentare per la prima volta, quanto delle perdite umane che il virus ha causato.
Perdita e abbandono costituiscono la chiave interpretativa per entrare in relazione con i nuovi lavori di Narcisa Monni. L’artista propone la sua riflessione maturata durante la quarantena trascorsa interamente a Ittiri, nella sua casa d’infanzia. È qui che si è trasferita lo scorso marzo, in compagnia della madre e circondata dai ricordi di una vita. In quell’ambiente domestico, lontano dal caos della città, Monni ha sperimentato una dimensione espressiva inedita, un equilibrio che l’ha portata a realizzare oltre un centinaio di nuove opere su carta che compongono la serie “In tempo di guerra”. Come un soldato in trincea, l’artista, barricata in casa, ha voluto dare la sua personale visione di questo periodo.
Iniziate come un divertissement e postate quotidianamente sui social, le opere ben presto hanno iniziato a prendere autonomia espressiva fino ad approdare al museo.
L’emergenza sanitaria infatti ha imposto anche una riorganizzazione museale non solo per la modalità di fruizione dell’arte ma anche della programmazione. Come afferma il direttore del museo, Davide Mariani, “La mostra è un fuori programma perché le opere in fino a tre mesi fa non esistevano e forse non sarebbero neanche mai esistite. Abbiamo scelto di dare spazio a questa serie di opere perché crediamo fortemente che i musei abbiano il compito di intercettare le espressioni contemporanee più significative e proporle al pubblico. Siamo nel pieno di una frana e l’arte può suggerire una direzione, una via da seguire per la salvezza.
“Le opere, in questi mesi, hanno vissuto in una dimensione virtuale perché diffuse sui social … ora crediamo sia arrivato il momento di consentire ai visitatori di apprezzarle per la prima volta dal vivo in un museo e di stimolare nuovi dialoghi e nuove riflessioni su un periodo così denso di incertezze e di inquietudini”.