
Un gioiello naturalistico, incastonato nel nord est veronese con tantissime testimonianze paesaggistiche, storiche ed archeologiche, di grande valore
La Lessinia – un immenso parco naturale di 10 mila e passa ettari, incastonato nel nord est veronese dove ricomprende il territorio di 15 comuni – è una terra da visitare con calma, a piedi, in bici o a cavallo, per coglierne le tante peculiarità fatte di attività da svolgere, paesaggi da scoprire, gioielli storici ed archeologici da ammirare e prelibatezze gastronomiche da degustare.
Questo territorio, oltre ad essere un paradiso green con tantissimi boschi ricoperti di faggi, abeti, querce e castagni, presenta una infinità di testimonianze di interesse geologico e paleontologico tra cui l’abisso della Spluga della Preta, tra i più profondi d’Italia, la Valle delle Sfingi, il Ponte di Veja ed il Covolo di Camposilvano, una grande dolina a pozzo, situata a 1200 metri di altitudine. Dante Alighieri la visitò quando era ospite a Verona di Cangrande Della Scala, uno dei più illuminati esponenti della famiglia, detta anche Degli Scaligeri, che governò ininterrottamente Verona dal 1262 al 1387. In tanti sostengono che il Sommo Poeta, prese spunto da tale immensa voragine per descrivere la sua struttura dell’Inferno.

Da nord a sud, da est ad ovest è un susseguirsi di gioielli naturalistici che meritano di essere visti. La “presa di contatto” con i tesori della Lessinia può iniziare dal Parco delle “Cascate di Molina”, che si trova nella parte nord occidentale. Questo è il luogo ideale per una piacevole escursione naturalistica, immersi nel verde della lussureggiante vegetazione, tra vertiginose pareti di roccia nuda, ampie caverne e scroscianti cascate d’acqua sorgiva. Le Cascate prendono il nome dal borgo di Molina, una piccolissima frazione del comune di Fumane, che presenta ancora, pressoché intatta, la tipica architettura in pietra della Lessinia.

All’interno del Parco sono possibili tre percorsi, contrassegnati da altrettanti colori (verde, rosso e nero) in base al livello di difficoltà. Di grande interesse archeologico, anche le cavità presenti nel vicino Vajo delle Scalucce, tra cui spicca la Grotta di Fumane, uno straordinario archivio della storia evolutiva dell’uomo che documenta la presenza nell’area dell’uomo preistorico e dei primi uomini moderni.
Più a nord, al confine con il Trentino ed in prossimità delle vette più alte dei Monti Lessini merita una visita il Corno D’Aquilio una zona particolarmente interessante per i fenomeni carsici superficiali ed ipogei, tra i quali il più importante è la Spluga della Preta, una delle cavità più profonde al mondo (quasi mille metri) con una serie di pozzi da brivido, praticabili solo da speleo molto esperti. A poca distanza si trova anche la Caverna del Ciabattino una grande grotta che deve il suo nome, secondo varie leggende, ad un ciabattino che si trovava sull’altipiano del Corno a pascolare le pecore della sua famiglia. In una notte di luna piena ebbe la sventura di assistere ad una riunione di streghe che appena si accorsero della sua presenza lo rincorsero fin dentro la Grotta, che all’epoca si chiamava “Del pipistrello” e lo trasformarono in una stalagmite che si riforma ogni anno con l’arrivo della stagione fredda. Da qui il cambio del nome in Grotta del Ciabattino”. Questa parte della Lessinia è anche segnata da trincee, gallerie e mulattiere, testimonianze della Grande Guerra, che facevano parte del sistema difensivo creato sulle Piccole Dolomiti.
Spostandosi verso est si incontra la Val Pantena con il Ponte di Veja un’imponente struttura in roccia alta 29 metri e lunga circa 50, tra i più grandi e belli d’Europa. Il monumento ha ispirato anche Andrea Mantegna che nel dipingere gli affreschi di Palazzo Ducale di Mantova gli ha trovato posto in quelli della “Camera degli Sposi”. Con il complesso di grotte associato presenta un grande interesse per gli aspetti preistorici e geologici.

Visita al Museo Paleontologico di Camposilvano
Proseguendo si arriva a Soave, un borgo medievale con uno dei centri storici più rinomati di tutto il Veneto e poi, dopo pochi chilometri, ecco Camposilvano, una frazione di Velo Veronese, altra tappa irrinunciabile. Qui come detto, si trova il famoso ed omonimo Covolo ed un piccolo ma interessante Museo Geopaleontologico con una ricca collezione di fossili ben catalogati e suddivisi in una ventina di vetrine, che danno vita ad un percorso espositivo che abbraccia varie ere geologiche fino al Quaternario ed alle prime testimonianze dell’uomo primitivo nel territorio. All’interno è esposto uno scheletro completo di orso delle caverne, oggi estinto, che in posizione eretta superava i tre metri di altezza. Tale scheletro fu trovato negli anni ’50 da Attilio Benetti, per tutti “El Tilio” un appassionato di paleontologia, geologia e speleologia che ha dedicato la sua vita allo studio dei fossili e ad esplorare ogni angolo della Lessinia alla scoperta di tesori di pietra.

La visita si completa con la visita al Covolo, posto alle spalle del Museo, che si raggiunge percorrendo un sentiero, nel primo tratto facile e poi più difficile nel pezzo che conduce al limitare della grande cavità carsica particolarmente suggestiva, composta da un immenso pozzo di crollo, profondo oltre 80 metri con annessa grande caverna.
Dal Museo partono vari sentieri che consentono belle escursioni tra pascoli verdeggianti e boschi di faggio passando per contrade tipiche, malghe, rifugi e punti ristoro dove gustarsi i prodotti locali. A pochi centinaia di metri dal Museo si trova la Valle delle Sfingi,una valletta lunga poco meno di un chilometro, che deve il suo nome alla forma particolare delle sue rocce (a fungo e parallelepipedo) che ricordano le sfingi egizie.
Il mondo del vino Lessini Durello
La storia dei Monti Lessini è intrecciata a filo doppio con quella del suo vitigno autoctono, la Durella. Un legame identitario tra quest’uva antica (in passato conosciuta come “Durasena”) dal carattere marcato e dalla buccia dura ed un paesaggio montano a tratti selvaggio ed impervio che presenta scorci straordinari.

400 sono gli ettari, a cavallo tra le province di Verona e Vicenza, dove si produce il Lessini Durello DOC. Un vino dalla straordinaria freschezza, uno spumante giovane e alternativo, con un carattere vulcanico che lo rende unico al mondo. La produzione è tutelata dal Consorzio di Tutela Vino Lessini Durello, una realtà associativa – attualmente presieduta da Paolo Fiorini agronomo ed enologo, responsabile tecnico di Cantina di Soave – che raggruppa la quasi totalità dei produttori.
Negli ultimi anni questo vino, ha avuto una crescita importante, tanto da consigliare una maggiore caratterizzazione dei due metodi di produzione: il “Lessini Durello” metodo italiano ed il “Monti Lessini” metodo classico. Con la dicitura “Lessini Durello” viene indicato solo lo spumante prodotto in autoclave con metodo Martinotti, mentre la denominazione “Monti Lessini”, finora dedicata ai vini fermi, ha cambiato pelle ed è diventato la casa ideale per lo spumante ottenuto con rifermentazione in bottiglia.
L’area di produzione racchiude anche tanti tesori storici ed architettonici che meritano di essere visti, affiancando qualche visita ai produttori di questo vino godibile e stuzzicante, adatto ad ogni occasione, dalla festa all’aperitivo, dai piatti delicati a quelli più saporiti.

Inoltre lo stesso Consorzio di Tutela, in ragione del crescente interesse verso questo vino organizza annualmente il “Durello & Friends”. La manifestazione, che l’anno passato ha compiuto 19 anni con la presenza di oltre 30 cantine ed un centinaio di referenze, mette in fila tutto quello che ruota attorno al mondo del Durello. Storie, leggende, miti ma anche terroir, vitigni e cantine in un percorso ideale che ha permesso a questa piccola denominazione di crescere velocemente e bene.
Strada del Lessini Durello tante le cose da vedere
Si è detto che il Durello è legato a filo doppio con la Lessinia. Proprio per accompagnare il visitatore in questo percorso “esperienziale” di scoperta e conoscenza, la Strada del Lessini Durello ha messo a punto alcuni “pacchetti” turistici molto interessanti. Diventa così possibile andare “In bici sulla Strada del Durello” oppure “A cavallo sulla Strada del Durello” ed ancora “A spasso tra Castelli e Sapori” ed infine “Vini vulcanici ed antichi fossili marini”.

Sono tante le cose da vedere lungo la “Strada” a cominciare dai castelli disseminati nel territorio. Lungo il percorso, oltre all’imponente Castello di Soave si trovano diverse tracce di antiche fortificazioni. A Roncà, in frazione Terrarossa, scavi recenti hanno riportato alla luce i resti di un antico maniero. A pochi chilometri di distanza si trova Arzignano, baricentro geografico della DOC, con la bella Rocca che si staglia sulla vallata del Chiampo mentre i Castelli di Bellaguardia e della Villa, posti uno di fronte all’altro sul colle che domina Montecchio Maggiore sembrano due sentinelle poste a presidio dell’intero territorio. La “Strada” è anche una continua scoperta di prodotti tipici di cui questa zona è ricchissima. Una infinità di sapori, di collina e di pianura, che si mescolano in modo sapiente fino a dare vita ad un gioco di golosi equilibri gastronomici con il vino Lessini Durello a fare da naturale trait d’union.

Dove mangiare: Non c’è che l’imbarazzo della scelta. A Velo Veronese, si può fare una sosta gustosa alla Locanda Viaverde, una struttura molto gradevole aperta tutto l’anno. Nel ristorante distribuito su tre piani si possono assaggiare piatti molto interessanti frutto di una cucina al tempo stesso salutare e ricca di gusto, dove la tradizione si sposa con la qualità. A San Giovanni Ilarione invece si può provare l’Agriturismo La Pietra Nera. La tavola è per lo più stagionale e ricolma di alimenti sani e genuini e coltivati e lavorati direttamente nell’agriturismo.

Dove dormire: A Soave si può pernottare alla Residenza Ai Capitelli una piccola ma interessante struttura a pochi metri dal centro storico di Soave con ampio parcheggio gratuito proprio di fronte.
Ulteriori info: www.montilessini.com e www.stradadelvinodurello.com.
Articolo di Tiziano Argazzi