Leggere sul web
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La rete sta determinando un cambiamento delle dinamiche di lettura, il piacere di leggere è in pericolo?

Sotto molti aspetti questa che stiamo vivendo è l’era della lettura, mai come prima nella storia si è assistito a un tale diluvio d’informazioni, siamo costantemente immersi dentro a un mare di contenuti a tal punto che l’atto stesso di leggere per tenere testa all’information overload quotidiano si è trasformato. Paradossalmente questo periodo d’oro della lettura ha messo in crisi il valore di quest’ultima. Non si parla solo di romanzi, il tempo dedicato alla lettura di un solo testo, un qualsiasi testo, è crollato a vantaggio di un approccio intertestuale che ci fa costantemente saltare da un testo a un altro. Questo presenta molti vantaggi sicuramente ma numerose sono l’insidie, la più grande è quella di impoverire il valore cognitivo dell’esperienza.

Lettura intensiva e lettura estensiva, conta la qualità o la quantità?

Lo storico approccio intensivo alla lettura su carta ha lasciato il campo ad un approccio estensivo indispensabile per la lettura digitale. Leggiamo un articolo, rispondiamo a un messaggio, ripartiamo aprendo wikipedia e finiamo scaricando decine di pdf, moltiplicando di continuo l’intertestualità delle informazioni.

Il tempo medio di lettura sul web, 15 secondi non bastano

Qualche minuto su internet a “caccia di testi” (la lettura come insegnava l’antropologo Michel De Certeau è una caccia di frodo) basta ad accumulare così tanti documenti da rendere impossibile un approccio intensivo ad essi, decretando, così parrebbe, l’intrinseca povertà cognitiva della lettura estensiva rispetto alla ricchezza naturale della lettura intensiva, della lettura di un solo libro per ore consecutive. La nostra esperienza di turisti può rendere l’idea, immaginate un giorno a Parigi dove la durata di ogni visita tra monumenti, musei e cafè durasse solo 15 secondi (il tempo medio di lettura di un articolo su internet) che ricordo serberemmo di un viaggio così?

La lettura come conquista, “non siamo nati per leggere”

Come fare a rendere di nuovo la lettura un momento cognitivo ricco e quali saranno le conseguenze future di questa mutazione antropologica? Dell’argomento si è occupata Maryenne Wolf in un libro indispensabile per approfondire l’argomento della lettura nel mondo digitale, Proust e il Calamaro: storia e scienza del cervello che legge. L’autrice nelle prime pagine del libro sottolinea subito un dato fondamentale dell’antropologia della lettura: “non siamo nati per leggere”.

Imparare, resistere, alternare, così si ripristina il piacere di leggere

Ecco perché secondo la Wolf lungi da cedere alla malinconia della lettura old fashioned «dobbiamo insegnare ai nostri bambini a essere bitestuali o multitestuali» adoperando con flessibilità i nuovi strumenti digitali. Prima di insegnarlo naturalmente dobbiamo apprenderlo, al piacere della lettura caro all’approccio intensivo dobbiamo aggiungere la “resistenza nella lettura” la prima cosa da fare è quindi impegnarsi per andare oltre quei 15 secondi, resistendo all’impulso di fare click, sopportando pop-up e interferenze pubblicitarie, organizzando le nostre letture come cauti bibliotecari, evitando di controllare la posta ogni 5 minuti, alternando libri fisici e letture digitali ma soprattutto (e questa è la cosa più difficile sicuramente) non condividere prima di avere letto fino in fondo.