Roma, Stazione Termini. Dettaglio della pensilina
Roma, Stazione Termini. Dettaglio della pensilina (Ingolf/flickr.com)

Stazione Termini: un’enorme pensilina ondulata svetta sinuosa a Piazzale dei Cinquecento. Una breve storia sui progetti e sui lavori che portarono alla sua realizzazione.

La stazione Termini deve il suo nome alle vicine terme di Diocleziano. L’edificio di testata, collocato a piazzale dei Cinquecento, è stato l’ultimo elemento ad essere edificato durante i lavori di rifacimento iniziati negli anni Trenta e terminati nel 1950. 

La decisione di ampliamento di Termini fu presa in quegli anni per meglio gestire un traffico ferroviario che, rispetto al secolo precedente, era cresciuto in modo esponenziale. Fu approvato nel ’39 il progetto di Angiolo Mazzoni che prevedeva tutti i servizi posti nelle ali e un porticato monumentale come facciata.

Nel 1943, però, i lavori furono interrotti a causa della guerra e, nel primo dopoguerra, fu creata una commissione per il completamento della stazione. Il progetto di Mazzoni, a quel punto, fu accantonato. Si optò per l’abolizione del porticato e lo spostamento dei principali servizi dedicati ai viaggiatori (tra cui ristorante e biglietteria) nell’edificio di testa, che doveva essere spostato in avanti così da permettere un prolungamento dei binari.

Il bando per la realizzazione di questo nuovo progetto fu vinto da due gruppi. Il primo costituito da Eugenio Montuori, Leo Calini, e il secondo da Annibale Vitellozzi, Massimo Castellazzi, Vasco Fadigati e Achille Pintonello. 

Il lavoro dei due gruppi insieme portò alla realizzazione dell’attuale edificio di testa. La sinuosa pensilina che lo caratterizza poggia su 33 pilastri di cemento armato, rivestiti di marmo rosso. Oltrepassando le vetrate si entra nell’atrio della stazione, chiamato anche il “dinosauro”.

Roma, Stazione Termini. La pensilina dell’edificio di testa (Ingolf/flickr.com)

La nuova stazione fu inaugurata nel 1950 alla presenza del Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, e del Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi.