
L’arte si fa portatrice di messaggi ambientali attraverso l’impegno ecologico degli artisti
Nei secoli passati, l’arte si è fatta carico di denunce sociali. Negli ultimi anni uno dei punti focali dell’arte è la tutela dell’ambiente, attraverso messaggi in grado di mostrare la perdita della biodiversità e delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Nel 2013, durante la 55° Biennale di Venezia, le Maldive presentavano per la prima volta il loro padiglione.
Gli artisti coinvolti sono chiamati a lavorare sui cambiamenti climatici: secondo le previsioni infatti, a causa dell’innalzamento della temperatura media mondiale, l’arcipelago verrà sommerso.
Un artista italiano che ha creato un’opera del tutto riciclabile è Stefano Cagol.
Cagol ha deciso per un’opera che fosse di impatto e che non contribuisse a generare nuovo inquinamento: “The Ice Monolith”, un blocco di una tonnellata e mezza di ghiaccio. Ha posizionato l’opera a Riva Ca’ di Dio, in modo da rendere visibile a tutti i turisti di passaggio lo scioglimento progressivo dell’opera, che è avvenuto in 72 ore.
Il progetto si sviluppa attraverso una performance di 24 ore con una video installazione presso il Padiglione.
Lo scioglimento dei ghiacci, che Cagol ha rappresentato in maniera semplice e comprensibile, è alla base della futura scomparsa dell’atollo delle Maldive ma diventa anche monito per Venezia stessa, visto che, se nulla dovesse cambiare, probabilmente non avrà un destino tanto diverso da quello delle isole a sud dell’India.
L’arte offre un messaggio di piena consapevolezza che è giunto il tempo di cambiare direzione, di acquisire e promuovere una nuova coscienza e un nuovo impegno ecologico per salvare il nostro pianeta.