Lapacho
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Lapacho è il nome dato ad una tisana costituita dalla corteccia di una pianta nativa del Brasile: proprietà, usi e controindicazioni.

Il lapacho o thaeebo o ancora pau d’arco è il nome con cui si identifica una tisana dalle molteplici proprietà. Estratta dalla corteccia di un albero che cresce spontaneamente nella foresta amazzonica e nelle montagne del sud America, presenta dei bellissimi fiori rosa. Per questo motivo è spesso utilizzata come pianta ornamentale, sia nei giardini che nei grandi viali. La sua particolarità, oltre alle tantissime virtù curative, è nella corteccia: dopo essere stata rimossa per preparare rimedi naturali, ricresce molto velocemente.

Conosciuto fin dai tempi degli Inca, che lo utilizzavano come tonico generale dell’organismo, negli ultimi anni è stato oggetto di diversi studi scientifici. Svolge un’azione antiossidante, antinfiammatoria, antibatterica e antimicotica. Aiuta ad aumentare e rinforzare le difese immunitarie in modo naturale, a combattere stanchezza, virus, batteri e infezioni fungine come candidosi. Inoltre, è consigliato in casi di cistite, per proteggere le mucose del cavo orale, dell’apparato gastrointestinale e delle le vie urinarie, per regolare l’ambiente microbico intestinale e per aiutare a mantenere bassa la glicemia nel sangue.

Lapacho pianta
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Lapacho: usi e controindicazioni

Il lapacho è disponibile sotto forma di tisana o integratore. Il primo prodotto, ovvero la corteccia ‘sminuzzata’, è quello più diffuso in Italia. Si prepara come se fosse un decotto e si beve una volta al giorno. Quanti volessero assumerlo come integratore, invece, possono scegliere le capsule o l’estratto idroalcolico. Per quanto riguarda la posologia, si consiglia di seguire alla lettera le istruzioni dell’erborista.

Pur essendo un rimedio del tutto naturale, il thaeebo presenta alcune controindicazioni. In gravidanza e durante l’allattamento è vietato farne uso, così come se ne devono tenere alla larga quanti seguono terapie anticoagulanti. Gli effetti collaterali più comuni sono nausea e fastidi gastrointestinali, solitamente legati ad un sovradosaggio.