centrale nucleare di Fukushima
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Nel 2023 la Tepco, l’ente gestore della centrale nucleare di Fukushima, rilascerà in mare 1,37 milioni di tonnellate di acqua contaminata

In seguito allo tsunami che ha colpito la costa nord-est del Giappone nel 2011, la centrale nucleare di Fukushima è andata distrutta. Oggi la Tepco, l’agenzia che gestisce la centrale nucleare, ha presentato il piano di smaltimento dell’acqua radioattiva usata per raffreddare l’impianto dal 2011 a oggi. I quattro pilastri che sostengono il piano riguardano compensazioni, trasparenza, controlli effettuati dall’IAEA e campagne informative in tutto il mondo.

Cosa prevede il piano di Fukushima

Dopo un mese dalla pubblicazione del report tecnico sull’impatto dello sversamento dell’acqua nell’oceano, la Tepco ha annunciato il piano di smaltimento dei liquidi radioattivi. L’azione principale da attuare è il monitoraggio, ma tutto sarà svolto sotto stretta osservazione dell’IAEA. Prima di rilasciare l’acqua della centrale di Fukushima nell’oceano, l’agenzia internazionale per l’energia atomica dovrà compilare una valutazione provvisoria sulla sicurezza. La valutazione si baserà su esami condotti sull’acqua decontaminata, sull’efficienza e l’affidabilità dei laboratori di analisi e sulle regole con cui viene gestito il processo. La Tepco ha chiesto ad IAEA di migliorare la gestione del rilascio nell’oceano delle 1,37 milioni di tonnellate di acqua decontaminata. Infine, già da gennaio 2022 Tokyo lancerà una campagna informativa per rassicurare l’opinione pubblica sulla sicurezza dell’acqua.

Pareri contrastanti sul rilascio dell’acqua contaminata nel mare di Fukushima

Non tutti i cittadini sono d’accordo con questa decisione, perché il timore principale è la contaminazione delle acque che mettono a rischio i paesi sulla costa, le falde acquifere e la pesca.

Le autorità nipponiche assicurano che i liquidi saranno tutti processati con l’Advanced Liquid Processing System (Alps), un sistema che permette di eliminare 63 dei 64 radionuclidi che contaminano l’acqua usata per raffreddare i reattori fusi. L’unico radionuclide che non riesce ad essere processato è il trizio (un isotopo dell’idrogeno) date le sue dimensioni infinitesimali. Il governo giapponese, ad ogni modo, garantisce che l’acqua sarà prima diluita per cento volte con l’acqua marina, fino a raggiungere una radioattività pari a 1500 Bq/l (Bequerel per litro) per poi essere rilasciata nell’oceano. Lo sversamento dell’acqua contaminata avverrà attraverso un tunnel sottomarino lungo circa 1km e una profondità di circa 12 metri. L’operazione di decontaminazione inizierà ad aprile 2023 e durerà alcuni anni.