Roma, Rione Esquilino. La Casa del Passeggero oggi
Roma, Rione Esquilino. La Casa del Passeggero oggi

Nei pressi della Stazione Termini, oggi purtroppo abbandonato, si trova un piccolo gioiello Art Decò: la Casa del Passeggero. Un albergo diurno che divenne un luogo accogliente e di benessere al servizio dei viaggiatori.

Il rione Esquilino, anche questa volta, ci regala una chicca. Sull’incrocio tra via delle Terme di Diocleziano e via del Viminale, nei pressi della Stazione Termini, si trova un piccolo gioiello Art Decò: la Casa del Passeggero. 

Costruita negli anni Venti del Novecento dall’architetto Oriolo Frezzotti segue lo stile del barocchetto romano.  Si tratta di un albergo diurno richiesto, con una petizione del 1917, dal Giornale dei lavori pubblici e delle strade ferrate del Ministero dei Lavori Pubblici. Si voleva, infatti, che la città si dotasse, nei pressi della stazione, di un luogo in cui i viaggiatori potessero refrigerarsi e che offrisse almeno bagni e toilettes.

Il prospetto si presenta con una forma ovale data dalla sinuosa pensilina. Sulla destra è presente il quadrante di un orologio sotto cui si trova la scritta “Casa del Passeggero” inserita all’interno di una struttura circolare in ferro battuto. Nell’architrave, invece, è ancora visibile qualche tratto della scritta a caratteri di colore blu “Bagno romano, Massaggi, Barbiere, Toilette, Manicure”. Con il tempo si aggiunse anche un’agenzia per certificati, fotocopie, pratiche auto, confezione pacchi.

Divenne veramente un luogo accogliente al servizio dei viaggiatori, in cui passare il tempo in attesa della coincidenza. Ma non solo. Anche gli abitanti del rione Esquilino, che risiedevano nei palazzi umbertini, si recavano qui per usufruire dei servizi di cui erano privi nelle loro abitazioni. 

La Casa, però, con la Seconda Guerra Mondiale, venne chiusa a causa delle leggi razziali. Nel 1967, invece, per via di un incendio scoppiato al terzo piano interrato della stazione Termini, fu necessario sgombrare il seminterrato. Si narra che, in seguito a questo episodio, persone poco raccomandabili avessero cominciato a frequentarla e che questo ne decretò il successivo e definitivo abbandono. 

È ancora possibile osservare gli interni della Casa nel film Il segno di Venere di Dino Risi mentre Fellini, ne l’Intervista, del 1987, ne riprese il prospetto.