plastica in mare
Plastica nei fiumi (ckfitnessandwellbeing.co.uk)

L’organizzazione no profit The Ocean Clean up sviluppa un nuovo progetto, un battello anti-plastica per ripulire i fiumi di tutto il mondo in modo efficace e sostenibile: l’interceptor

The Ocean Clean up è un’organizzazione no profit olandese fondata dal giovane investitore Boyan Slat nel 2013. A partire dal 2019 ha preso vita il progetto Interceptor, consistente nella costruzione di battelli per sradicare la piaga della plastica nei fiumi, che inevitabilmente finisce col riversarsi in mare. Infatti, oltre l’80% delle plastiche degli oceani è trasportato da 1000 corsi d’acqua sparsi per il mondo, con una quantità variabile da fiume a fiume che oscilla tra i 0.8 e i 2.7 m3 l’anno. Prima del progetto è stata quindi realizzata una mappatura per identificare i più inquinanti.  

Apparecchi attivi

Nello stato attuale due di questi Interceptor sono attivi, entrambi sulle sponde del fiume Klang, in Malesia, dove fanno un figurone: riescono infatti a raccogliere circa 30 tonnellate di rifiuti al giorno. Il prossimo verrà posizionato nel Rio Ozama, nella Repubblica Dominicana mentre un quarto è previsto nel Vietnam del sud.

Un modello di Interceptor

Funzionamento

Ma come funzionano? Gli Interceptor sono battelli dotati di impianti di navigazione e sistema di ormeggio automatizzati, che utilizzano il sole come carburante grazie a dei pannelli fotovoltaici integrati; l’energia solare prodotta serve anche per mettere in funzione il nastro trasportatore interno che separa i rifiuti dall’acqua. Una volta messa in moto, questa tecnologia sfrutta infatti una barriera per raccogliere materialmente gli scarti, che finiscono poi in 6 contenitori con una capienza totale di 50 m3; questo permette di accumulare fino ad un massimo di 50 (talvolta addirittura 100) tonnellate di plastica al giorno. Essendo connessi ai server di The Ocean Clean Up, inoltre, i battelli sono autonomamente in grado di inviare agli operatori segnali di eventuali problemi o riempimento dei contenitori, in modo che possano operare manualmente.

Le parole dell’investitore

“Dobbiamo chiudere il rubinetto, il che significa innanzitutto impedire che più plastica raggiunga l’oceano. Dobbiamo partire dai fiumi, perché questi sono le arterie che trasportano la spazzatura dalla terra al mare” afferma Slat, l’investitore di The Ocean Clean Up, interessato a questo campo già diciottenne.

Così prende vita un’idea rimasta in cantiere da anni e che solo ora vede la luce: ed i risultati sono straordinariamente soddisfacente, quindi ne è valsa la pena. Nella speranza che possano propagarsi molto di più, gli Interceptor continuano alacremente il loro lavoro di pulizia.