
Gli scheletri dei palazzi bombardati si ergono imponenti lungo via dei Sabelli e la street art li omaggia con un trittico a condanna di tutte le guerre
Roma, San Lorenzo. Un piccolo quartiere nel cuore della Capitale appena al di fuori delle Mura Aureliane. Non c’è alcuna fermata della metro, la più vicina è Stazione Termini, pochi autobus e le linee 3 e 19 del tram. Non ci si capita per caso, ma vale la pena concedersi una passeggiata.
Sembra un piccolo paesino: la piazzetta con la chiesa e la gradinata davanti circondata da piccoli alberi. Qui, in primavera e in autunno, quando il caldo non è ancora o non è più soffocante, un brulichio di ragazzi e studenti della Sapienza si ritrovano a chiacchierare e a bere una birra.
È riuscito a sopravvivere persino un piccolo cinema, il Tibur: di fianco alla chiesa due sole salette, accoglienti, con le poltrone comode in cui sprofondare.
Ma San Lorenzo, soprattutto, è storia. È un quartiere in cui il nuovo si incontra col vecchio per coesistere in perfetta armonia. Basta passeggiare per le numerose viuzze, i cui nomi richiamano le antiche popolazioni italiche, alzare lo sguardo e scorgere nei palazzi i segni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Era il 19 luglio del 1943 e più di 4000 ordigni furono sganciati dagli aerei anglo-americani. San Lorenzo è il quartiere più colpito e conta un numero altissimo di vittime e di palazzi rasi al suolo. Ancora oggi, in quella data, vengono commemorati i caduti e, ancora oggi, nei racconti di chi c’era è vivo il ricordo di quella giornata.
E passeggiando per le strade del quartiere ci sono punti in cui c’è un fermo immagine, in cui la storia si è fermata al 19 luglio del ’43. Siamo in via dei Sabelli all’incrocio con via Labicana, con via degli Equi e all’altezza di via dei Latini. Il tempo qui si è fermato, la guerra è entrata in città e San Lorenzo ne è completamente travolto. Sono immagini forti di fronte alle quali ci si sente impotenti ma che è giusto conoscere.
E proprio per non dimenticare, pochi anni fa, la facciata bombardata del palazzo di via degli Equi è divenuta la tela dei Guerrilla Spam. Un enorme trittico contro tutte le guerre partendo, per l’appunto, dal ricordo di San Lorenzo sul lato sinistro. Sul lato destro i bombardamenti odierni in Medio Oriente e al centro la Dea Madre che accoglie tutte le popolazioni del mondo.
Un libro di storia a cielo aperto in uno dei quartieri popolari più giovani della Capitale, esempio di come passato e presente non solo possano convivere ma possano generare arte e conoscenza.