Roma, Quartiere Eur
Roma, Quartiere Eur (Shutterstock.com)

Dalla candidatura di Roma all’Esposizione Universale del 1942 alla nascita dell’omonimo quartiere Eur. Un excursus dal 1935 agli anni Sessanta.

È il 1935 e il governatore di Roma, Giuseppe Bottai, propone a Mussolini di candidare Roma per l’Esposizione Universale del 1942 così da celebrare i 20 anni della Marcia su Roma. Fu scelta per la creazione del nuovo quartiere una zona a sud-ovest della città che collegasse idealmente la Roma imperiale (con le terme di Caracalla) con il Mar Tirreno, lungo la via Imperiale (oggi via Cristoforo Colombo). È qui che nascerà l’EUR (Esposizione Universale Roma).

Fu proposta la collaborazione di numerosi architetti italiani, fra i quali, ad esempio, Luigi Moretti e Giuseppe Pagano (solo per citarne alcuni), sotto il coordinamento di Marcello Piacentini. Il progetto iniziò nel 1937 e si ispirò all’urbanistica classica romana con, però, l’aggiunta di elementi del razionalismo italiano. Era previsto un impianto stradale ad assi ortogonali con imponenti edifici di marmo bianco e travertino (richiamo all’antica Roma). Elemento simbolo di ciò è il “colosseo quadrato”, il Palazzo della Civiltà Italiana.

A causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, però, il progetto EUR42 non fu terminato e tutto si interruppe nel 1942. Nel 1944 la zona fu occupata da truppe tedesche che ne svuotarono gli edifici. È nel 1944 che furono sostituiti dagli Alleati. L’Eur, nel dopoguerra, rimase una zona completamente vuota, non collegata con la città e piena di spazi non costruiti. 

È negli anni ’50 che, però, riparte lo sviluppo. Gli edifici furono completati, si diede ampio spazio al verde, creando, per l’appunto, un quartiere-parco, e all’edilizia residenziale. 

È nel 1955 che cominciarono a pensare di trasferirsi in questa zona anche enti e ministeri. Ma una nuova spinta alla crescita del quartiere fu data dalle Olimpiadi di Roma del 1960 che ne favorirono un ulteriore sviluppo urbanistico e architettonico