
La storia dei crolli e delle ricostruzioni del Pons Aemilius di Roma, conosciuto da tutti come “Ponte Rotto”.
Il Ponte Rotto, famoso troncone con cui è noto il frammento rimasto del Pons Aemilius, fu il primo ponte in muratura di Roma.
La prima realizzazione la si deve a Manlio Emilio Lepido nel 241 a.C. in concomitanza con l’apertura della grande via consolare “via Aurelia” (oggi via della Lungaretta). Erroneamente la sua costruzione viene attribuita ai censori Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore. In realtà si occuparono della posa dei piloni in pietra e della passerella in legno. Nel 142 a.C. la passerella lignea venne sostituita da arcate in pietra.
A causa della sua posizione obliqua rispetto alla corrente del Tevere, il ponte subì numerosi crolli. Furono molteplici i tentativi di restauro e di manutenzione ma risultarono poco efficaci. Bisogna attendere il 1552 per una completa ristrutturazione su progetto di Michelangelo. Ma anche questa a nulla servì.
Un’altra alluvione, un altro crollo, un’altra ricostruzione sotto papa Gregorio XIII (lo si legge ancora nella lapide posta sull’unica un’arcata superstite). Siamo nel 1598. Un’ennesima grande alluvione si porta via tre delle sei arcate. Il ponte non fu più ricostruito e prese il nome di “Ponte Rotto”.
Oggi si conserva solo un’arcata cinquecentesca che poggia su piloni di II secolo a.C. Le altre due (delle tre superstiti del 1598) vennero definitivamente distrutte durante la costruzione degli argini del Tevere.