Roma, Ponte Fabricio
Roma, Ponte Fabricio (Shutterstock.com)

Noto anche come Ponte dei Quattro Capi, il Ponte Fabricio collega l’Isola Tiberina con la riva sinistra del Tevere. Indispensabile per raggiungere il Tempio di Esculapio, è il più antico ponte esistente nella sua composizione originaria.

Il Ponte Fabricio è uno dei due ponti di Roma (insieme al Ponte Cestio) che non collega le due sponde opposte del Tevere. Mette, infatti, in comunicazione l’Isola Tiberina con la riva sinistra del Tevere.

Si tratta del più antico ponte esistente nella sua struttura originaria. L’opera che abbiamo la fortuna di ammirare oggi è quella del 62 a.C. e, probabilmente, ne sostituiva una precedente in legno.

Questo ponte era indispensabile per raggiungere il Tempio di Esculapio, edificato nel 291 a.C., sull’Isola Tiberina. Il nome del costruttore, Lucio Fabricio, è ripetuto quattro volte nelle ghiere degli archi. La pavimentazione in lastre di travertino, invece, la si deve a papa Eugenio IV, nel 1447. Nel 1679, papa Innocenzo XI si occupò del rifacimento dei parapetti e del rivestimento in mattoni.

Fu noto anche, nel XVI secolo, come Ponte dei Giudei. Questo perché si trova nei pressi del Ghetto di Roma. Nella vicina chiesa di San Gregorio, infatti, si tenevano, durante il regno pontificio, le prediche obbligatorie per gli Ebrei.

Presso le due testate sono presenti erme quadrifronti (raffiguranti Giano quadrifronte), che probabilmente dovevano sostenere le originarie balaustre in bronzo. Recentemente quest’ultime hanno conferito al ponte anche il nome di Ponte dei Quattro Capi.

Ma c’è una leggenda che dà una versione differente e colorita del nome “Quattro Capi”. Si narra che quattro architetti, sotto Sisto V, furono incaricati del restauro del ponte. In profonda discordia tra di loro, però, passarono alla vie di fatto. Il papa li condannò alla decapitazione sul posto ma, in loro ricordo, fece erigere un monumento con quattro teste (peccato che le erme quadrifronti presenti siano 2 e, quindi, le teste 8! ).