Roma Gazometro
Roma Gazometro (Quartiere Ostiense)

Un cilindro metallico alto 90 m, emblema dell’archeologia industriale, si staglia lungo la sponda del Tevere e chiede di non essere dimenticato

Roma, polo Ostiense/Marconi. 

Si staglia davanti ai nostri occhi, simbolo di Roma ma prima di tutto simbolo del quartiere: il Gazometro. Tanti di noi lo conoscono, reso celebre dal film Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek che in questo quartiere ci abita ormai da una vita. 

Emblema dell’archeologia industriale della Capitale si colloca là dove il Tevere forma un’ansa. È verso i primi del ’900 che per il quartiere si decide di promuovere una nuova politica produttiva. Nascono così il Porto Fluviale, i Magazzini Generali, il Consorzio del Gas con il Gazometro, la Centrale Elettrica Montemartini, i Mercati Generali, il Consorzio Agrario e si ampliano il Mira Lanza e i Molini Biondi. Non è un caso la scelta di quest’area: nel 1863 vennero qui costruiti la ferrovia e il ponte dell’industria che portarono alla nascita, per l’appunto, di diversi insediamenti produttivi in cui confluivano vari generi alimentari, come il Mattatoio.

È nel 1937 che il Gazometro entra in funzione: una enorme struttura cilindrica di metallo la cui produzione di gas serviva sia per l’illuminazione pubblica che domestica. Con gli anni ’60 cade, però, in disuso. A Roma viene portato il metano naturale e così, via via, si procede verso la completa metanizzazione della città e la società che prima produceva il gas ora lo distribuirà solamente. 

Oggi, purtroppo, lo stato in cui versa non gli rende giustizia. Incuria e degrado stanno facendo sì che ogni giorno si arrugginisca un po’ di più ed è davvero un peccato perché quel cilindro di 90 metri, che ormai fa parte dello skyline romano, visibile da tante terrazze, da tante finestre e dalla sponda del Tevere è un simbolo di appartenenza al quartiere e alla città in una zona che potrebbe davvero rinascere più viva e fervente che mai.