Atomo di idrogeno

Una fonte a zero emissioni che potrebbe occupare il palcoscenico delle nuove forme di energia in sostituzione ai combustibili fossili. Tanti sono i tentativi di imitare il sole in vista di un futuro senza emissioni. Si riuscirà nell’intento?

Affinché si raggiungano i livelli di decarbonizzazione sperati, è necessaria una vera riconversione energetica che abbandoni i combustibili fossili una volta per tutte. A tal proposito si stanno già operando i primi passi con l’elettrificazione di veicoli e impianti, ma l’elettricità deve provenire da fonti rinnovabili quali il solare e l’eolico, e non dalle centrali termoelettriche che utilizzano appunto i combustibili, facendoci ritornare al punto di partenza. Tale produzione non è così semplice, anche tenendo in considerazione uno dei più grandi problemi delle rinnovabili, la loro intermittenza e dipendenza da fattori esterni: di notte i pannelli fotovoltaici non vanno, e senza vento neanche le pale eoliche fanno molto. L’elettricità infine non si può neanche conservare, ma va usata nel momento in cui si produce, altrimenti è tutto perso. L’alternativa a questa limitazione intrinseca è l’uso di batterie che convertano l’energia elettrica in chimica in modo da garantirne l’accumulo, ma queste inquinano, pesano, si auto-scaricano col tempo e sono spesso costituite da metalli difficilmente reperibili.

Rendimento

Ma l’idrogeno costituisce un mondo a sé. Riportato come “H2” nella tavola periodica, è l’elemento più presente nell’universo ed è un notevole polo energetico a base gassosa, oltre ad essere facilmente trasportabile e assolutamente estraneo alla Co2. Un solo chilogrammo di H2 è in grado di sviluppare 142 MJ di energia, contro i 56 del gas naturale, i 45-46 di benzina, diesel o kerosene e i 30-32 del carbone (fonti: Eni).

Come si estrae

L’idrogeno sembra essere il paradiso di cui abbiamo bisogno. Ma come si ottiene? Nientemeno che dall’acqua. Sì, esatto, perché vi si trova in forma ossidata. Va perciò prima estratto e poi immagazzinato, motivo per il quale lo si considera più un vettore di stoccaggio. Per produrlo si utilizza un macchinario chiamato “elettrolizzatore”, che sfrutta il processo di elettrolisi: rilasciando elettricità in acqua si smantellano le molecole di H2O nei suoi elementi (idrogeno/ossigeno) e si converte l’energia elettrica usata in chimica. Questo cosa garantisce? In breve, nei casi in cui si produca, con fonti rinnovabili, elettricità eccessiva, questa non viene gettata via: è immessa in un elettrolizzatore, in modo così da smembrare l’H2O, e ciò consente di ricavarne bombole di idrogeno pulito e pronto per essere utilizzato; l’ossigeno invece si rilascia nell’aria.

Costi elevati

L’idrogeno aveva (ed ha tutt’ora) un costo elevato, superiore a quello degli altri combustibili. Col passare del tempo però questo prezzo è in fase di calo, ed oggigiorno l’energia da H2 green costa solo il doppio di quella da fossili: un buon miglioramento se si conta che in passato il margine era molto più grande. E la International Energy Agency prevede che nel 2030 il prezzo dell’H2 diminuirà di un ulteriore 30% grazie all’aumento dell’offerta.

Con l’H2 è davvero possibile affacciarsi al futuro con migliori prospettive per l’ambiente. Questo enorme campo è ancora in piena fase di sviluppo, ma un futuro a idrogeno è sempre più vicino e sempre più reale.

fonte: www.Eni.com