lampadina ecologica
Lampadina (shawnpapasphotography.myportfolio.com)

L’illuminazione ecosostenibile è un altro dei fattori green in sviluppo in vista delle future smart city. Da un progetto dell’architetto ungherese Peter Horvarth nasce “Biolamp”, il lampione al LED che assorbe la CO2 e restituisce ossigeno. E si mostra pure come un oggetto di design

Secondo delle stime ci sarebbero circa 350 milioni di lampioni stradali al mondo. Se ognuno di questi fosse alimentato a LED o avesse una tecnologia incorporata in modo da ridurre i consumi e l’impatto ambientale, sarebbe un bel traguardo. Molti sono i prototipi in corso, ed i lampioni 4.0 del futuro sembrano prendere sempre più forma: alimentati da remoto, tramite software, fungenti anche da antenne iperconnesse al wi-fi 5G, oppure ancora piazzati in mezzo al mare e funzionanti grazie ad una centralina eolica. E perché no? Magari capaci di assorbire CO2. E’ questo il progetto dell’architetto ungherese Peter Horvarth. Il suo nome è “Biolamp”.

Funzionamento

Il lampione è formato da due tubi. Il primo, quello che si erge più in alto, ospita una ventola che aspira lo smog cittadino. Questo passa poi per una soluzione di alghe ed acqua che circola grazie ad un sistema a spirale azionato da una pompa, che aiuta l’alga ad assorbire meglio la CO2. Nel secondo tubo questo intero processo si interrompe e vi fuoriesce invece dell’ossigeno puro, che viene rilasciato dalla soluzione. La luce del sole, la CO2 e l’acqua trasformano l’alga in biomassa da cui è possibile produrre biocarburante. Quando il liquido di acqua e alghe è saturo di CO2 viene condotto in tubi sotterranei connessi ad una stazione di rifornimento che convertirà il tutto in carburante. Abbiamo già disquisito in merito alle grandi potenzialità delle alghe (clicca qui); esse sono infatti in grado di convertire l’anidride carbonica in lipidi ricchi di carbonio e si dimostrano una risorsa ancora in fase di studio. Quelle del Biolamp sono soprattutto alghe planctoniche in soluzioni di bioreattori verticali, considerate le più efficaci.

Peter Horvath, Coroflot.com

Contro

Fra i contro spicca l’utilizzo d’acqua per tale tecnologia: se si volesse ottenere un effetto rilevante si dovrebbero costruire molti lampioni, ma il che corrisponde anche ad un uso massiccio di H2O. Ancora acerbo è poi il sistema di conversione anidride carbonica-ossigeno, che necessita di miglioramenti, senza parlare delle problematiche dietro l’angolo riguardo il rifornimento di alghe.

Il margine di miglioramento è ancora ampio. Ma se prendesse la giusta piega questa tecnologia potrebbe ridurre considerevolmente l’impatto ambientale cittadino e quindi fungere da aiuto anche per le altre tecnologie sostenibili: con meno smog, ad esempio, si tamponerebbe l’abbassamento dell’irraggiamento solare, in modo così da rendere il fotovoltaico più efficace.

Che il Biolamp, lampione che unisce l’utile al design, possa svilupparsi o spegnersi presto non è ancora dato saperlo. Ma a prescindere dal risultato, questa nuova tecnologia farà almeno presagire il cambiamento radicale dell’illuminazione da strada, che presto sarà parte del nostro presente.