Drone per salvare l'ambiente
Foto di David Henrichs (all rights reserved)

I droni, tecnologia dalle mille risorse, verranno usati per tamponare la piaga della deforestazione, che ad oggi conta 15 miliardi di alberi tagliati l’anno. Saranno loro i protagonisti della riforestazione? Due start-up rispondono di sì.

15 miliardi di alberi l’anno ci abbandonano, senza contare i milioni di ettari di vegetazione mandati in fumo dagli incendi boschivi. Questo per noi è un problema: stiamo perdendo dei preziosi alleati in grado di rilasciare ossigeno e assorbire Co2, filtrare gli agenti inquinanti dell’aria, prevenire erosioni e frane. Una bella perdita, tutto a nostro svantaggio. Come risolvere la questione? Diversi sono i tentativi di riforestazione (ossia di impiantamento di nuovi alberi) che tuttavia risultano onerosi e lenti. E se le macchine aiutassero nel processo? È quello che due start-up, l’inglese BioCarbon Engineering e la canadese Flash Forest, stanno portando avanti a bandiera issata. Entrano in scena i droni.

BioCarbon Engineering

La BioCarbon Engineering ha l’obiettivo di ripiantare un miliardo di alberi l’anno. Lauren Fletcher, CEO della compagnia ed ex ingegnere della NASA, è giunto alla conclusione di utilizzare i droni in aiuto di un trapianto manuale intrinsecamente limitato che risulta in 3.000 semi al giorno, contro i 36.000 degli apparecchi volanti. I droni, orientati da immagini satellitari, svolgono una scansione preventiva dell’area interessata, analizzandone biodiversità, topografia e ostacoli. In seguito immettono i baccelli nel terreno, coprendo 1 ettaro in 8 minuti, 150 volte più velocemente rispetto ai metodi tradizionali e da 4 a 10 volte meno costoso. Rispetto ad aerei ed elicotteri, inoltre, si ha il vantaggio di un volo molto più basso, un minor spostamento d’aria ed una piccolezza tale da garantire la copertura in praticamente qualsiasi zona. Attualmente la BioCarbon si sta dedicando a progetti di riforestazione in Canada, Myanmar, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito.

Lauren Fletcher, CEO di BioCarbon Engineering (All rights reserved)

Flash Forest

Flash Forest, start-up nata nel 2019, si pone l’obiettivo di piantare un miliardo di alberi entro il 2028. Godono di uno “sciame” di droni capaci di seminare dai 10.000 ai 20.000 baccelli al giorno e, in seguito a miglioramenti, si prevede anche 100.000. Il procedimento di riforestazione è simile al precedente: Si utilizza un software per mappare la zona e si sparano i semi, in questo caso confezionati in una miscela proprietaria che dovrebbe permettere una migliore raccolta dell’umidità, ergo una crescita più rapida e una maggior resistenza alla siccità. Gli alberi piantati saranno tutti appartenenti a specie autoctone e l’azienda lavorerà con le banche dei semi locali. Dopo un primo impianto, costruito a Toronto, l’impresa canadese è sbarcata alle Hawaii nel tentativo di farvi crescere 300.000 specie vegetali.

Drone di Flash Forest (All rights reserved)


Questi sono solo due esempi in un mare di piccole realtà che tutt’ora stanno iniziando a vedere la luce in un business in piena espansione. Le iniziative di “restoring” dell’ambiente stanno prendendo una buona piega, nella speranza di un futuro migliore per chiunque.