Ericailcane in Darsena a Ravenna
Foto di Marta Cordisco

Il murales di Ericailcane, uno tra i più famosi street artist italiani, tra i muri della città “bizantina”

Ericailcane è lo pseudonimo di Leonardo. E’ un artista italiano, classe 1980.

Lo street artist dipinge entità antropomorfe: inquietanti animali umanizzati, spesso carichi di significati sociali o ecologici. Questi animali dalle movenze umane sono allegorie delle debolezze umane. Tramite essi, racconta e denuncia l’umanità, i suoi difetti, le sue bassezze.

L’artista si cala spesso nel contesto del luogo presso cui dipinge, per poter al meglio rappresentarne le sue problematiche. I suoi disegni ricordano i bestiari medievali e hanno un tratto molto preciso e accurato.

Il grande street artist fa la sua comparsa anche a Ravenna, nella zona della Darsena, uno dei maggiori centri soggetti ad un graduale processo di riqualificazione. La sua opera è sui muri del vecchio mangimificio Martini (ex Mosa). 

Realizzato con colori stesi e non spruzzati con bombolette spray, tale composizione è frutto del processo di candidatura di Ravenna a Capitale della Cultura Europea 2019.

La scelta della posizione nei pressi del Candiano non è casuale, perché camminando sulla banchina destra della Darsena, il murales appare in tutta la sua magnificenza, nella grossa parete 24×36 metri.

E’ un’opera che rappresenta un enorme mostro d’acqua che, con i suoi tentacoli, cattura una barca piena di topi bianchi che, alla ricerca di salvezza, sventolano una bandiera bianca. La bocca del mostro marino, aperta e in attesa, lascia presagire il malaugurato destino che li attende. I topini rappresentano molteplici emozioni, dalla paura alla rassegnazione, tra chi stringe la valigia al petto, chi chiude gli occhi per non vedere la fine, chi prega. I topini, in partenza per un viaggio sereno, lontano dai pericoli della modernità ora si scontrano proprio con essa, rappresentata appunto dal  serpente marino

Con la sua inconfondibile impronta zoomorfa, Ericailcane riqualifica le periferie ma porta anche alla riflessione.

Rappresenta fiabe crude e dalla morale disillusa. Sono opere surreali immerse in una sorta di universo kafkiano, un bestiario della contemporaneità.