Fibre ottiche
Fonte: Vedute d’installazione Photo-souvenir: Daniel Buren, “Fibres optiques tissées” Gwangju Design Biennale, Gwangju, Corea del Sud, luglio-ottobre 2019 Dettaglio © Daniel Buren by SIAE 2020

Il Palazzo della Ragione ospita la mostra “Daniel Buren. Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati”. Dal 9 luglio al 1 novembre 2020. Bergamo riparte.

Bergamo è stata una delle città italiane più colpite dal coronavirus e la mostra, all’interno di un luogo simbolo della città, diventa metafora di rinascita. Rilanciare la città, dare un segnale forte, ribadire che Bergamo si è ripresa e che vuole accrescere il suo ruolo nell’arte contemporanea. Come ha spiegato il sindaco Giorgio Gori, una mostra di questa ambizione significa che “Bergamo è uscita dalla fase più critica e può riaffacciarsi alla progettualità culturale”.

La magnifica Sala delle Capriate, nel Palazzo della Ragione, è stata reinterpretata da Buren attraverso le sue fasce di colore e di luce che ridisegnano la geometria dello spazio grazie a tessuti, realizzati in fibre ottiche, dall’ipnotico impatto visivo.

La mostra nasce dall’incontro tra questi fondamentali orientamenti della ricerca dell’artista e l’interesse più recente per la luce e, in particolare, per le qualità e il potenziale estetico e costruttivo della fibra ottica. Fu il primo artista infatti ad intravedere la possibilità di realizzare opere d’arte con la fibra ottica. In effetti, con le fibre ottiche più sottili era possibile lavorare quasi come se fossero fibre tessili, creando così una superficie piatta, come se fosse di lino o cotone.
Nell’affascinante contesto della Sala delle Capriate sono esposti, per la prima volta nei musei italiani, i suoi tessuti luminosi, gettando “nuova luce” sulle antiche forme del Palazzo e sugli affreschi in esso conservati.  
Dall’incontro tra un gruppo di interventi “in situ”, immaginati appositamente per lo spazio della sala, e una serie di lavori “situati”, adattati cioè agli spazi del grande salone ma idealmente trasferibili in altri contesti, nasce il progetto di Buren per la città Bergamo.

Quello di Buren è un lavoro “per” e “nello” spazio, un unicum scultoreo con un forte connotato plastico, indipendente e anti-decorativo e, allo stesso tempo, con una predisposizione all’interpretazione e alla valorizzazione degli elementi artistici e architettonici preesistenti.
Pittore e scultore francese Buren, ha lavorato su una varietà di supporti (tela, carta, plastica, legno, ecc.) ma è noto soprattutto per aver utilizzato come supporto per la sua pittura, a partire dagli anni Sessanta, le tende da sole con le bande verticali bianche e colorate come strumenti visivi per definire lo spazio e divenute poi uno schema ripetuto infinite volte su ogni tipo di supporto.


L’apertura della mostra di Daniel Buren a Palazzo della Ragione è il segno visibile della volontà della Galleria di essere vicina alla comunità di Bergamo anche in questa delicata fase di ripartenza” – dichiara il Direttore Lorenzo Giusti.