
Il segnalibro è quel foglietto di cartoncino al quale non si da troppa importanza e che con facilità si dimentica all’interno del libro una volta terminato. Eppure questo modesto pezzetto di carta può essere alla base di una collezione interessante e vivace.
La nascita e il successo del segnalibro
La nascita di questo oggetto si perde nella notte dei tempi e risale al momento stesso in cui sono comparsi i primi libri. Inizialmente dev’essersi trattato di un semplice frammento di pergamena o una striscia di stoffa che sbucava dalle pagine.
Per arrivare al grande successo di quest’invenzione bisogna certamente aspettare l’inizio del Novecento, quando sorgono ditte specializzate nella sua produzione. Diventano di gran moda segnalibri di gusto liberty molto apprezzati dalla buona società.
Con gli anni Venti anche il Fascismo utilizzerà questo inusuale vettore di comunicazione per la sua propaganda politica.
Ma è intorno agli anni Trenta del XX secolo che esplode un secondo “boom”, legato all’impiego del segnalibro come mezzo pubblicitario, soprattutto per le aziende che producono cancelleria e per il Monopolio di Stato che lo utilizzerà per lanciare alcune marche di sigarette.
In genere i segnalibri a quest’epoca sono semplici ritagli rettangolari di cartoncino, stampati su entrambi i lati, ma ne esistono di fogge più particolari, più piccoli nelle dimensioni, che assumono la forma dell’oggetto che reclamizzano dotate di un nastrino di stoffa che fuoriesce da due lati (S. Coradeschi, I segnalibri, in Collezionismo italiano, II, Rizzoli Milano 1979, pp. 572-576, a p. 572).
Negli anni la diffusione del segnalibro si è evoluta e le tipologie esistenti oggi sono tantissime, così come i supporti che vanno dalle calamite che si richiudono a clip sulla pagina, alle fotografie di opere d’arte, ai bastoncini abbassalingua colorati e decorati home made.
Segnalibri F.I.L.A: una base per la collezione di segnalibri d’epoca
Una buona base da cui partire per collezionare segnalibri può essere la produzione di quelli della famosa ditta F.I.L.A. (Fabbrica Italiana Lapis ed Affini) che nel 2020 ha festeggiato proprio il centenario della sua fondazione. Essi venivano inclusi come omaggio all’interno di alcuni astucci di matite (1965-1973) diventando così oggetti del desiderio di ogni bambino. I temi raffigurati erano svariati, monumenti d’Italia, costumi delle diverse popolazioni del mondo o d’epoca, piante d’Italia, le maschere di carnevale ecc. Ogni immagine era accompagnata da una breve didascalia esplicativa. Le illustrazioni sono accattivanti e hanno oggettivamente un interesse storico che segue l’evoluzione dell’editoria e i cambiamenti culturali del nostro Paese in generale. Questi segnalibri hanno anche un altro pregio, il costo contenuto che consente di poter avviare una collezione senza grossi investimenti iniziali.
Collezione di segnalibri: come fare e chi li colleziona
Si può inoltre affermare che il costo in generale di questi oggetti non è eccessivo, eccezioni fatta per i pezzi introvabili, perché prodotti in tiratura limitata, e per quei segnalibri che raffigurano la pubblicità di una determinata marca, che sono ambiti anche dai collezionisti di oggetti di quella particolare ditta reclamizzata. I segnalibri hanno inoltre il vantaggio di costituire una raccolta semplice da conservare e consultare anche per le loro ridotte dimensioni. Raccoglitori con buste trasparenti sono sufficienti per catalogare e proteggere questi piccoli tesori di carta.
Il più grande collezionista al mondo di segnalibri è Frank Divendal un olandese, la cui raccolta arriva a circa 110.000 pezzi (Approfondisci qui).
Tuttavia anche in Italia ci sono forti estimatori. La collezione di Alessandro Merseburger e Michaela Menestrina ha dato vita oltre che ad una passione ormai decennale e ad una raccolta di tutto rispetto, anche ad un libro dedicato ai segnalibri F.I.L.A. e al loro collezionismo“ Uno su 500” (si veda l’intervista).
I coniugi Merseburger fanno inoltre parte dell’associazione di collezionisti internazionali la Bookmark Society, che pubblica periodicamente un Bollettino dedicato all’argomento e nel quale si possono approfondire aspetti specifici della storia del segnalibro non solo italiano (articoli consultabili su https://www.ifobookmarks.org/bibliographies.html).