
L’inquinamento dovuto alle navi imprime il suo peso, tutt’altro che leggero, sull’ambiente. Nel tentativo di preservare le zone abitate in prossimità dei porti, è in corso l’utilizzo di un sistema, il cold ironing, che utilizza energia elettrica durante l’attracco delle imbarcazioni
L’inquinamento dovuto alle imbarcazioni causa il 4% del fenomeno del surriscaldamento globale. Sono in particolare le acque di zavorra rilasciate nei mari, l’inquinamento acustico, i vari disastri petroliferi, i liquami scaricati, l’olio fuoriuscito dalle sentine e altro ancora ad ingrandire la macchia lasciata sull’ambiente. Nel tentativo di risolvere o quantomeno limitare gli effetti negativi prodotti, l’Imo (International Maritime Organization) nel corso degli anni ha provveduto ad introdurre delle possibili soluzioni, su tutti la stipula della convenzione Marpol 73/78 (due trattati internazionali in difesa dei mari): in breve, si impone l’utilizzo di carburanti a basso contenuto di zolfo e si cerca di arginare lo sversamento di materiale.
Il piano
Ma anche un nuovo tentativo è in atto: il cold ironing, ossia l’elettrificazione delle banchine. Così facendo si garantisce l’alimentazione elettrica delle imbarcazioni che ormeggiano in porto, che vengono allacciate alla rete elettrica e non hanno dunque bisogno di tenere i motori accesi durante lo stazionamento. Si tampona così, in modo considerevole, l’inquinamento acustico e le esalazioni di sostanze tossiche, soprattutto nelle località marittime e portuali.
Limiti
Perché allora non aderirvi subito? Il problema è che questo sistema presenta dei limiti e dei contro, oltre che dei chiari pro: si potrebbe citare ad esempio l’alto costo di installazione, siccome è richiesto sia di elettrificare la banchina sia di compiere un intervento diretto sulla nave che, se già costruita, sarà costoso; oppure ancora l’incompatibilità dei parametri elettrici: le navi, essendo state costruite in diversi cantieri sparsi nel globo, non hanno requisiti di tensione e frequenza uniformi; si termina poi con altre problematiche ingegneristiche e legali.
E’ l’inizio di una lenta ma progressiva rivoluzione in campo navale e marittimo?