
L’artista “in erba”: dalla Street art alla Land Art.
Guillaume Legros è un’artista franco svizzero, classe 1989, che ha rinnovato la street-art passando dal muro ai prati: “From Street to Land”.
E’ conosciuto con lo pseudonimo di Saype, un nome che nasce dall’unione di due parole inglesi: say e peace (di pace) ad indicare una sorta di invocazione alla pace, avvalorata anche dalle sue stesse opere. Con la sua arte, infatti, ribadisce il dovere sociale dell’artista, attento a cause benefiche ed umanitarie ma soprattutto ambientali.
Il suo esordio è sulla strada, inizialmente con graffiti poi su plexiglass asportabili fino ad arrivare ad essere il precursore degli affreschi sull’erba. Le sue tele sono i prati che diventano delle immense opere d’arte. La sua, infatti, è una vera e propria arte ecologica dove tutti i colori sono completamente biodegradabili e naturali al 100%, ricavati da una miscela di acqua, farina, olio di lino e pigmenti naturali.
Le sue creazioni sono spunto di riflessione su tematiche importanti. Saype, con i suoi bellissimi ed enormi affreschi sull’erba di tutto il mondo, lancia messaggi di riflessione sul futuro e sull’ambiente ma soprattutto del passaggio dell’uomo sulla terra e del suo lascito alle generazioni future.
I suoi capolavori su prato possono durare da due settimane a 90 giorni in base alla crescita dell’erba, ovviamente a condizione che neve e tempeste non distruggano il lavoro. In questo modo, Saype stabilisce una connessione anche con la sua poetica legata alla riflessione sull’esistenza umana, alla caducità e alla fugacità dell’uomo ma anche alle azioni umane nei confronti della natura sollecitando in tal modo, nel fruitore, la sensibilità nei confronti dell’ambiente e di altri esseri umani.
Tra i capolavori, la sua ultima opera: Beyond Walls, negli Champs de Mars, raffigurante braccia intrecciate a simboleggiare un messaggio di solidarietà e di unione, nella speranza di un futuro oltre i confini e nel rispetto di ogni essere umano e della natura. Un’opera partita da Parigi ma che ha già toccato altre città europee e quest’anno, probabilmente, sbarcherà anche a Roma.
L’arte diventa in tal modo sinonimo di solidarietà, di umanità ma soprattutto di rispetto tra uomo e natura.