
L’arnica o arnica montana è una pianta che vanta tante proprietà. Quali sono gli usi e le controindicazioni?
Considerato uno dei rimedi naturali più antichi, l’arnica è impiegata soprattutto per il trattamento di disturbi legati al sistema cutaneo e all’apparato osteoarticolare. In alcune popolazioni di montagna, è conosciuta anche come “tabacco di montagna” perché, in passato, le sue foglie venivano essiccate e utilizzate come tabacco da naso. Le sue proprietà sono diverse: antinfiammatoria, antimicrobica, antinevralgica, antitraumatica, antireumatica, analgesica e immunistimolante. In vendita sotto forma di pomata, olio o tintura madre, la droga è consigliata per curare ematomi, stiramenti, contusioni, edemi, reumatismi, punture d’insetti e il mal di schiena.
In diluizione omeopatica, invece, l’arnica montana è un ottimo alleato per il trattamento di disturbi neurologici, depressione e per ridurre i dolori del parto. Solitamente, quando è impiegata come rimedio antinfiammatorio contro traumi, ematomi e contusioni, si utilizza la tintura madre diluita 1:5 in acqua o in alcool. Da applicare come impacco direttamente nella zona interessata, la cute deve necessariamente essere integra. Inoltre, si deve evitare il contatto della preparazione con occhi, bocca e genitali.

Arnica: controindicazioni
L’arnica, pur essendo utilizzata per lo più sotto forma di pomata e unguento, ha comunque alcune controindicazioni da tenere bene a mente. Innanzitutto non si applica mai sulla pelle danneggiata e bisogna stare attenti alle alte concentrazioni perché possono provocare la formazione di vescicole e necrosi cutanea. L’uso prolungato, inoltre, può determinare l’insorgenza di dermatiti in forma pustolosa. Quanti sono allergici alle Asteracee o Composite se ne devono tenere alla larga. Infine, l’uso di preparazioni a base di arnica dovrebbe essere evitato anche in gravidanza.
Per quel che riguarda l’assunzione per via interna, anche se rara e altamente sconsigliata, ha diversi effetti collaterali. Può provocare gastriti, nausea, vomito, enterocoliti, diarrea, emorragie, vertigini, cefalea, palpitazioni e ipotensione arteriosa.