foto freestocks unsplash

Se non te lo ricordi non è un buon segno…

C’è una teoria, che in realtà non è una teoria, ma piuttosto un argomento che ogni tanto si insinua in maniera faceta ( lo volevo scrivere da anni “faceta”) nelle discussioni, e che sostiene che gli esseri umani abbiano a disposizione un numero finito di esperienze da vivere e una volta raggiunto il numero, quella stessa esperienza gli viene preclusa.

Quante volte possiamo fare l’amore? In quali posizioni? Quanta cioccolata possiamo mangiare? Dolce o fondente? Quanto vino possiamo bere? Quanto rosso? Quanto bianco? Quanto rosè. Quanto dolore possiamo provare? Quanto amore possiamo dare?…L’elenco di esperienze è pressoché infinito, ma non è questo lo scopo che mi interessa, bensì sottolineare il valore metaforico di questa balzana teoria, che teoria appunto non è. Forse siamo troppo concentrati sulla quantità e davvero crediamo che ciò che conta sia accumulare esperienze piacevoli, che collezionare amanti o fare l’amore più volte possibile sia la ricetta della felicità… 

Abbiamo davvero a disposizione un numero limitato di esperienze da vivere? Potrebbe sembrare una domanda banale e infatti lo è, ma la banalità nasconde sempre un fondo di verità e sono davvero  molto curioso di sapere cosa ne pensate voi 🙂

Quanto all’amore, che si può dire? Non è la quantità dei vostri atti sessuali che conta, è la qualità. D’altronde, se la quantità è meno di una volta ogni sette otto mesi, io una guardata me la farei dare.   

WOODY ALLEN

G.

__

Ti è piaciuto questo articolo? Se avete domande o temi da proporre scrivete a redazione@secondamanoitalia.it