
Nel gennaio del 1952 in 11 giorni, 4 ore e 54 minuti ha attraversato l’Africa da Città del Capo a Algeri. Ecco la storia di questo fuoristrada che con l’equipaggio torinese Paolo Butti e Domenico Racca è stato protagonista di un’avventura africana da primato.
Allestita negli stabilimenti torinesi di Mirafiori (assieme a un’altra Campagnola Torpedo destinata allo scounting del percorso), venne spedita via aerea a Cape Town, in Sudafrica, da dove partì per la sua lunga traversata la mattina del 21 Gennaio 1952. All’arrivo a Algeri, 11 giorni (4 ore e 54 minuti) più tardi, con due giorni e mezzo di anticipo rispetto al record stabilito in precedenza, il contachilometri di questa Fiat segnava circa 15.250 km.
A bordo della Campagnola c’erano i torinesi Paolo Butti, pilota di rally, e Domenico Racca, meccanico Fiat e esperto collaudatore del veicolo: fu riconosciuto soprattutto a quest’ultimo il merito della riuscita di un’impresa che ancora oggi rimane imbattuta nel mondo.
Per l’epoca fu un’avventura epica non solo per le avverse condizioni del vasto territorio africano attraversato, a tratti quasi impraticabile per via delle abbondanti piogge, ma anche per il totale isolamento durante le tappe più impegnative. Alla fine, nonostante il divieto a circolare di notte – ancora oggi è così in alcune zone del continente – che rese più difficile il tentativo di stabilire il record e anche per la neve trovata sull’Atlante, la Campagnola tagliò il traguardo nella capitale algerina dove ad attenderla c’era un cronometrista dell’Automobile Club francese e una grande folla di appassionati.
Ma come era equipaggiata questa fuoristrada? Il motore era un benzina tipo 105.007 su autotelaio tipo 1101 con 53 CV a 3700 giri al minuto, una coppia di 114 Nm a 2400 giri/min e cambio a 4 rapporti con riduttore; gli interni (del 1951) completi di tutto ciò che poteva servire per la pratica dell’offroad fra cui un lettino da viaggio ripiegabile perché le lunghe tappe per conquistare il record imponevano la guida sia di notte che di giorno. E ancora portadocumenti in rete, due ruote di scorta sistemate nel vano di carico (più una sul portapacchi), numerosi portabottiglie e un serbatoio trasversale da 150 litri (al posto dell’originale situato sotto il sedile di guida).
Fra i pochi accessori aggiunti alla strumentazione standard ci furono i termometri di acqua e olio e un odometro parziale azzerabile (si tratta dello strumento ideato dal matematico Erone di Alessandria utilizzato per misurare la lunghezza del percorso effettuato da un veicolo, in pratica parte integrante dell’attuale contachilometri). E poi molle a balestra rinforzate con un foglio aggiuntivo, doppio cardano Spiker, asse dipendente posteriore tipo banjo, assale anteriore Indipendent Front Suspension, pneumatici Pirelli Aerflex Stella Bianca 6 PLY misura 6.25-16 e paraurti anteriore rinforzato per le molle a balestra di scorta. A completare l’equipaggiamento di questa Torpedo vennero ancora installati due fari ausiliari sui parafanghi, taniche per la benzina, un’immancabile pala da sabbia e diversi ricambi meccanici.
La Campagnola è esposta all’Heritage Hub nel comprensorio industriale di Mirafiori Sud, in via Plava a Torino, spazio multifunzionale dove viene tutelato il patrimonio storico e automobilistico dei marchi italiani del Gruppo FCA.
Sito http://www.fcaheritage.com