
Oreste e Cesare Milani, cugini entrambi appassionati di motori e avventura, hanno partecipato all’evento in categoria raid
E’ uno dei rally-raid più impegnativi al mondo, una gara dal percorso estremo che mette a dura prova equipaggi e veicoli: otto giorni di prove speciali fra deserto, dune e piste marocchine, accompagnati da panorami mozzafiato. Organizzato dal belga Gert Duson, al Morocco Desert Challenge ci si può iscrivere in moto o in camion, con un buggy, un SSV o un fuoristrada, schierandosi ai nastri di partenza del rally (più competitivo) oppure in formula raid, altrettanto entusiasmante ma senza i vincoli del cronometro.
Come hanno fatto Oreste e Cesare Milani, cugini della provincia di Lecco, imprenditore il primo e consulente informatico il secondo, che all’ultima edizione dell’appuntamento motoristico, svoltosi ad aprile, sono scesi in pista a bordo di una Land Rover Defender 90.
Come è stata questa esperienza offroad in Marocco? “Entusiasmante! Siamo partiti alla guida del nostro 90 con grande grinta. Io arrivo dal mondo dei rally su terra dove gareggio da parecchi anni: sia io che mio cugino Cesare siamo abituati all’avventura anche se, a dire il vero, mai così tanto impegnativa e a questi livelli -racconta Oreste- L’idea di partecipare a questo rally, seppur in categoria raid, è nata dal desiderio di vedere posti altrimenti irraggiungibili oltre che per mettere alla prova la nuova Defender che è stata equipaggiata ad hoc per poter affrontare nel migliore dei modi questa avventura. Per l’assetto, ad esempio, abbiamo scelto gli specialisti dell’azienda milanese Oram Sospensioni che hanno realizzato ammortizzatori regolabili in compressione ed estensione abbinati a robuste molle. Del montaggio se n’è occupato invece il preparatore Bombelli Off Road che ha installato anche le necessarie protezioni nel sottoscocca”.
La Defender come si è comportata? “Direi egregiamente, sopra ogni aspettativa! Io e Cesare abbiamo imparato a gestire la pressione degli pneumatici portandoli a 1,8/2 bar sulle rocce e a 1 sulla sabbia. Non abbiamo mai avuto problemi di surriscaldamento nonostante le temperature torride arrivate anche a 56 gradi -conclude Oreste- Mi è piaciuta molto soprattutto la motricità di questo mezzo, ottima su qualsiasi tipo di terreno. Un’esperienza che speriamo di ripetere! Un grazie sincero va a Lorenzo Cenzi e al suo staff del Jazz Tech Off Road per l’assistenza impeccabile durante il raid e agli amici Giuseppe Pozzoli, Rodolfo Messa e Gianni Del Zoppo che ci hanno aiutati a preparare la vettura e a seguire tutta la parte burocratica del Morocco Desert Challenge“.
Pronti a seguire Oreste e Cesare nella loro prossima avventura a trazione integrale?