toyota mirai
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Avrà sede a Bruxelles e avrà il compito di andare a coordinare e rafforzare l’interesse dell’introduzione della tecnologia dell’idrogeno sulla mobilità sostenibile all’interno del vecchio continente.

Toyota ha deciso di premere l’acceleratore in termini di sviluppo dell’idrogeno. L’azienda automotive giapponese, che è la prima ad avere investito pesantemente nel mercato della mobilità di idrogeno, ha deciso di aprire in queste ore a Bruxelles un gruppo stabile di lavoro per lo sviluppo dell’idrogeno all’interno del vecchio continente. 

Obiettivo di questo gruppo è anche quello di andare a rafforzare il network di tutte le persone che sono interessate, e quindi anche le aziende, nel sviluppare la mobilità spinta dall’idrogeno.

I partner commerciali saranno inoltre fondamentali per Toyota per andare ad accorciare sempre più lo sviluppo su larga scala dell’idrogeno come alimentazione per le vetture, e non solo.

La tecnologia a idrogeno di Toyota infatti è estremamente flessibile e permette di essere utilizzata non solo sulle vetture ma anche su camion, autobus, carrelli elevatori e generatori. Attualmente sono anche in corso dei test per utilizzare la tecnologia a idrogeno anche nelle barche e nei treni.

Insieme a Hyundai, Toyota sta sviluppando quindi l’alternativa per la mobilità sostenibile ad eccezione del mezzo elettrico.

Se moltissimi stanno investendo nell’elettrico, in pochi stanno investendo nell’idrogeno. Questo è da collegare strettamente all’ingente quantitativo di denaro che serve per sviluppare anni di Ricerca e Sviluppo. Toyota ha lanciato nel 2014 è la prima vettura, la Mirai, che viene mossa solo tramite l’utilizzo dell’idrogeno. Ora, nel 2020, è stata lanciata la seconda generazione di Mirai con una piattaforma migliorata e una miglior prestazione in termini di sicurezza, autonomia e gestione del veicolo. 

Staremo a vedere se anche Hyundai, altra azienda molto attiva nel campo della mobilità all’idrogeno, andrà a sviluppare una strategia basata sulla presenza fisica in Europa di un team di lavoro. E chissà se un domani le due aziende uniranno le forze e i loro di ricerca e sviluppo.