
Classe 1986, Rita Mari scenderà in pista all’unica tappa europea del Rainforest Challenge in programma in Friuli dal 3 al 6 Settembre. Alla guida di un Suzuki SJ413 con i colori del team “A tutto gasss” e navigata dal marito Gianluca Canneori, sarà la prima donna a gareggiare in questa competizione motoristica.
“Di Suzuki è rimasto davvero ben poco” – commenta Rita quando le chiediamo qualche dettaglio tecnico sulla preparazione del veicolo a trazione integrale con cui prenderà parte a questa edizione del Rainforest South Europe organizzata, come sempre, dallo staff dell’FLS 4×4. “Abbiamo allungato il passo sia davanti che dietro, allargato e alzato da terra la carreggiata utilizzando ponti, puntoni, molle e ammortizzatori Toyota, installato all’anteriore un verricello bimotore 8274 e al posteriore uno della XT-Automotive e montato un serbatoio nautico – prosegue entusiasta – Il rollbar è su misura, costruito dall’officina di Lauretto Cutini, le gomme delle 35”, il pistone di sterzo di tipo idraulico e i sedili sportivi con cinture a 4 punti”.
Seppure la passione di Rita per il fuoristrada sia piuttosto recente (ha iniziato a dedicarsi a questo sport tre anni fa dopo un giro in offroad con amici) questa giovane umbra nata a Todi, in provincia di Perugia, che di professione è parrucchiera, ha le idee ben chiare. “Dopo quella prima uscita su una Jeep ho partecipato a diversi raduni fra cui quelli organizzati dall’Amelia Fuoristrada, dal Terni Off Road, dal Cartedde 4×4 e tanti altri sino a quando ho provato a cimentarmi in qualcosa di più competitivo schierandomi ai nastri di partenza della Knockout Cup, da quest’anno campionato fuoristrada estremo italiano sotto l’egida ASI – racconta Rita – A Settembre scenderò in pista, sempre alla guida del mio SJ413, preparato da Gianluca Canneori (che di Rita è anche il navigatore oltre che il marito, ndr), alla tappa del Rainforest South Europe a Corno di Rosazzo, nel Collio friulano. Per prepararmi mi alleno guidando su percorsi più lunghi e impegnativi rispetto a quelli a cui sono normalmente abituata proprio perché si tratta di una gara molto più difficile: ma ne sono contenta perché è un sogno che si avvera!”.
La prima gara fatta? “Non la scorderò mai! Lungo il tracciato, in un tratto in salita dove gli altri equipaggi non erano riusciti a salire perché gli pneumatici facevano fatica ad avere grip, ho schiacciato il gas tutto in fondo e il mio Suzuki è arrivato in cima anche se poi non sono riuscita a schivare un albero bucando il radiatore e rompendo mezzo anteriore dell’SJ – prosegue Rita – Ma alla fine, nonostante i danni, siamo riusciti a concludere la prova speciale ed è stata una gran bella soddisfazione. In un’altra occasione invece, all’uscita di un passaggio davvero tecnico che in pochissimi erano riusciti a superare, il pubblico si è lasciato andare a un lungo applauso con tanto di ola da stadio…”.
Un’ultima domanda: com’è l’affiatamento con Gianluca sui campi di gara? “All’inizio non è stato proprio semplice perché spesso c’era motivo di disaccordo su passaggi e manovre da effettuare ma poi abbiamo capito che dovevamo semplicemente comportarci come pilota e navigatore lasciando da parte i sentimenti anche se è più facile dirlo che farlo – conclude – Ma il metodo ha funzionato e ora andiamo benissimo”.
Grinta e determinazione a Rita non mancano di certo: sentiremo sicuramente ancora parlare di lei. Intanto in bocca al lupo per il Rainforest (http://www.flsoffroad.it)