La ricarica dell'auto elettrica è un aspetto primario, i cui dettagli sono importanti da conoscere (Shutterstock.com)

Nel processo di ricarica di un’auto elettrica, tutto dipende da alcuni aspetti tecnici, che all’interno di questo articolo vi vogliamo raccontare.

Nel mondo della mobilità tradizionale, ovvero dei motori benzina e diesel, dovevamo semplicemente fare il pieno di carburante. All’interno della mobilità sostenibile non abbiamo liquidi da immettere all’interno del motore, ma dobbiamo semplicemente attaccare la spina.

Con questo semplice gesto, effettuiamo una ricarica che non fa altro che ricaricare di elettroni tramite l’anodo di ogni cella della batteria. Quest’ultima, funziona sempre in corrente continua, sia nel momento di ricarica, ma anche nel momento di funzionamento, ovvero quando rilascia energia e la immette nell’auto.

In alcuni motori di alcune case produttrici, esistono però delle auto che utilizzano anche la corrente alternata. Per realizzare tale aspetto, abbiamo bisogno dei cosiddetti trasformatori, che vanno a convertire la corrente continua in corrente alternata.

L’obiettivo è alimentare chiaramente il motore e i dispositivi.

Durante la fase di ricarica, può capitare di imbattersi all’interno di colonnine di ricarica rapida, che permettono di avere tutta l’energia necessaria in pochissimo tempo. Queste colonnine vengono, definite “Fast”, e hanno una potenza di almeno 50 kW, rendono obbligatorio e necessario la conversione tramite il caricatore/trasformatore di tutta l’energia, per poi immagazzinarla all’interno dell’auto.

Il processo di ricarica, quindi, è tecnicamente molto semplice ed è abbastanza particolare. Un aspetto invece complesso, è riuscire a ottimizzare tale processo in una forma di miglioramento totale dell’Autonomia. Il futuro della mobilità sostenibile, prevede l’introduzione di batterie allo stato solido, capaci di ridurre il tempo di ricarica e di aumentare le prestazioni.