Prisca Taruffi
Prisca Taruffi su una duna in Namibia (Fonte Prisca Taruffi)

Giornalista sportiva, pilota di rally, istruttrice di guida sicura e anche campionessa di golf: quattro chiacchiere con la figlia del grande Piero, ingegnere e progettista delle due e quattro ruote.

“Quello per le gare nel deserto è un amore nato tanti anni fa. Il debutto? Al Rally Aicha des Gazelles, una gara di orienteering in Marocco, senza GPS, alla guida di una Kia quasi di serie dove ho imparato a destreggiarmi sulla sabbia e a vivere quelle sensazioni di libertà che solo il deserto sa offrire” – racconta con il sorriso Prisca Taruffi.

Sulla pista di Vallelunga approda a 23 anni nel Trofeo Renault 5 e non è che l’inizio di una prestigiosa carriera nel mondo dei motori. Nata a Roma nel luglio del 1959, due anni dopo il ritiro ufficiale del padre Piero dalle corse, Prisca trova la strada verso le competizioni automobilistiche e i rallies di cui diventa campionessa italiana e vice europea negli anni ’80. In pista nell’Italiano Turismo come pilota ufficiale Ford e Alfa Romeo, conquista una vittoria dopo l’altra fregiandosi di un palmares sportivo di tutto rispetto che la vede anche partecipare ad alcune gare del Campionato Fia GT alla guida di Porsche e Ferrari.

I successi non tardano ad arrivare. Solo per citarne alcuni: Trofeo Nord femminile rally nel 1985, Coppa Italia Trofeo Renault Clio e Slalom Fiat 500 al Mugello nel 1992. Dopo la Carrera Panamericana, ecco anche i rallies: dal Pharaons in Egitto su Kia Picanto, Fornasari e Nissan Navara sino all’Aicha des Gazelles. Nel 2007 partecipa alla 1000 Miglia Storica su una Ferrari 315S ricevendo un premio speciale in ricordo del padre Piero, ultimo vincitore nel lontano 1957 di quella mitica manifestazione automobilistica. Poi ancora alla guida di un Nissan Patrol 4.5 nel Desert Challenge di Dubai e un Pajero 3.2 DID al Gazelles marocchino dove taglia il traguardo terza assoluta nella categoria 4×4.

Un amore per i motori, il tuo, ereditato da papà Piero. “Non poteva essere altrimenti! Ci sono passioni segnate nel Dna! A 18 anni mi sono regalata una Kavasaki 350 acquistata dal concessionario sotto casa, poi un’Honda 650 con cui ho fatto un bellissimo viaggio in Grecia. Ma la mia grande passione sono sempre state le quattro ruote: nell’84 ho debuttato su pista senza l’appoggio di mio padre che era tutt’altro che entusiasta della mia scelta sportiva… – prosegue Prisca – Ricordo ancora come fosse oggi che soltanto una settimana prima di Vallelunga gli dissi che avevo trovato una vettura con cui gareggiare chiedendogli di venirmi a vedere. Ricordo la sua preoccupazione ma anche l’orgoglio riflesso nei suoi occhi. Due anni dopo ho iniziato la mia avventura nei rallies dove ho vinto il titolo italiano femminile con una Sierra Cosworth: un’emozione grandissima, difficile da descrivere. L’unico rammarico è quello di non aver potuto gioire di quell’importante vittoria con mio padre che purtroppo non c’era già più”.

La tua carriera è stata ricca di grandi soddisfazioni sia a livello sportivo che professionale. “I motori sono sempre stati la mia passione ma anche il mio lavoro come quando scendo in pista nei panni di direttore tecnico nei corsi di formazione di guida sportiva per allenare piloti di ogni età insegnando pratica, teoria e tutti i segreti per affrontare con sicurezza anche condizioni limite”.

Sino al 2006 Prisca è stata uno dei volti femminili della trasmissione Pole Position in onda sulla Rai a cui ha partecipato come opinionista nelle dirette dagli studi di produzione; dalla televisione è poi passata alla carta stampata e in occasione del centenario di nascita del padre Piero ha scritto un libro dal titolo “Piero Taruffi, la volpe argentata”, tributo in memoria di un uomo un po’ speciale.

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