
Robusto e senza tanti fronzoli, questo Classe G di casa Mercedes è perfetto per divertirsi in offroad. Così lo ha voluto Giacomo Gatti, laurea in Farmacia in una tasca e passione per il fuoristrada nell’altra.
“Ho percorso migliaia di chilometri a bordo della G (G di Geländewagen che sta per fuoristrada) dai più vecchi G230 a carburatore alla possente G65AMG: non potrei immaginare di guidare nessun altro veicolo. Anche perché a bordo di una G mi sento come a casa!”. Giacomo Gatti, classe 1988, una passione innata per gli sport estremi e l’offroad ereditata da papà Stefano (buon sangue non mente), inizia a viaggiare quando ancora non ha compiuto 10 anni: Africa, dall’Egitto al Marocco, mezz’Europa per raggiungere l’Islanda e Italia, in lungo e in largo, dall’entroterra ligure alla macchia dell’Argentario.
“I miei genitori mi hanno sempre detto che un mese in viaggio vale più di un anno seduto sui banchi di scuola – racconta Giacomo che tra l’altro è pure laureato in Farmacia – Il fuoristrada mi piace perché mi permette di scoprire luoghi altrimenti irraggiungibili con auto normali. E poi alla guida di un Classe G sono sicuro di poter contare su affidabilità e robustezza, due doti di grande importanza quando ci si avventura su percorsi impegnativi, a volte anche in solitaria”.
Dal primo raduno sui tracciati dell’Appennino modenese, nel lontano 1996, di (fuori) strada Giacomo ne ha fatta parecchia arrivando con il tempo ad occuparsi anche di tutti quegli aspetti tecnici che necessita l’allestimento di un mezzo. Viaggio dopo viaggio, esperienza e accorgimenti hanno reso questa G (l’undicesima parcheggiata nel garage di famiglia) un 4×4 che sa il fatto suo. Sobrio e tutt’altro che appariscente con la sua livrea blu, ha dimostrato che la sostanza conta più dell’aspetto perché è con quella che si compiono grandi avventure.
Se per i principali interventi di meccanica la preparazione è stata affidata alla Magicar di Davide Pulzato, della progettazione di altre modifiche se ne è occupato lo stesso Gatti che si è poi affidato ad alcune aziende esterne attraverso la G4x4 di Milano (azienda di cui è titolare) per la realizzazione definitiva degli accessori. Il risultato? Un veicolo a trazione integrale estremamente robusto e in grado di assorbire in maniera impeccabile gli urti anche sui terreni più sconnessi nonostante stazza e pesi tutt’altro che leggeri.
I consumi di benzina non sono proprio economici ma un “difetto”, se così lo vogliamo considerare, fra tanti pregi lo si può anche accettare. Ecco la storia a quattro ruote motrici del 3.0 cc di cilindrata fotografato, a suo agio, fra sterrate e vigneti di Tortona, sulla sponda destra dello Scrivia in provincia di Alessandria.
Ad alimentare questo GE300 versione Cabrio del 1991 è un cuore propulsore che sprigiona 170 CV, con 6 cilindri in linea e iniezione KE J Tronic, che grazie all’adozione di un albero a camme con alzate modificate di cavalli ne ha raggiunto ben 180. Per rendere la motorizzazione ancora più performante si è optato per la sostituzione dello scarico di serie con uno di fabbricazione artigianale che ha portato, fra l’altro, all’accorciamento della linea dell’impianto: più grintosa e scattante rispetto all’origine, la G si presenta ora con un doppio silenziatore in corpo unico prodotto dalla VICI di Milano, realizzato interamente in inox.
Il cambio a 5 marce di serie è stato sostituito con un 6 marce, sempre Mercedes, che ha consentito una riduzione dei rapporti del 35% senza perdere la comodità della sesta marcia in modalità overdrive. Qualche lieve intervento ha interessato anche l’impianto elettrico su cui si è provveduto a modificare l’inserimento dei blocchi la cui gestione avviene ora non più in sequenza.
Il reparto trasmissione del GE300 si presenta con alberi di serie, scelta mantenuta anche per i puntoni, già robusti come da produzione di fabbrica, e per i blocchi, sia all’anteriore che al posteriore. Originale Mercedes l’assetto +3cm, specifico per fondi dissestati, abbinato a molle, anch’esse di serie, ma dedicate a usi gravosi.
Decisamente improntato all’essenziale l’equipaggiamento interno del Cabrio che ai comodi e avvolgenti sedili originali in pelle nera e a volante (da notare lo stemma PUCH al centro) e pedaliera di serie, abbina sul cruscotto due interruttori supplementari, posizionati nella plancia centrale: uno per il comando forzato della ventola del condizionatore e l’altro dedicato alla messa in funzione del verricello.
Il vano bagagli è stato invece equipaggiato con un cassone home made: i vani, utilizzati per riporvi attrezzatura da campeggio e da off-road, sono in compensato da 1,5 mm di spessore, rivestiti in moquette nera e fissati ai fori originali del baule. Sempre nel bagagliaio vi sono la bombola da 90 litri dell’impianto di alimentazione a GPL e il frigorifero mentre al centro del cruscotto, con rifiniture in radica, è stata alloggiata una pratica lampada legginote. A completare la strumentazione, l’immancabile CB Midland Alan modello 199-A.
Non mancano poi il verricello Superwinch Talon 9,5 1100 con 30 metri di cavo sintetico da 9,5 mm, le pedane laterali con antiscivolo e i parafanghini originali sagomati per adattarsi meglio all’uso offroad. Sul front bumper sono infine alloggiati 2 fari supplementari, al lati del winch, mentre sul portellone posteriore si trovano la ruota di scorta e un faretto aggiuntivo.
Pronti a partire?