
Un entusiasmante on the road attraverso la Patagonia alla volta della Terra del Fuoco: migliaia di km per arrivare da Buenos Aires a Ushuaia, il “Capo Sud” del mondo
“La proposta di attraversare l’Argentina viaggiando lungo la Ruta 40? Venne da Daniel, uno dei miei compagni di viaggio, soprannominato Argento proprio per via dei suoi natali in terra d’Argentina, dove trascorse la sua gioventù. Credo ci siano poche aree del nostro pianeta evocative quanto la Patagonia e la proposta fu accettata da tutti fin da subito. Non tutti, io per primo, eravamo ben consci di dove saremmo andati e di cosa avremmo incontrato. Tutti quanti, chi più chi meno, eravamo in cerca d’avventura ma ne trovammo molta più di quanto ci saremmo mai aspettati!”.
Grafico pubblicitario (realizza, fra l’altro, insegne e decorazioni per veicoli), Lorenzo Franchini è un appassionato di Vespa, adora leggere e scrive per diletto (e le doti giornalistiche le ha tutte). Dal giugno 2019 è in libreria con “Dove il mondo finisce”, un avventuroso scritto di 374 pagine in cui racconta di “cieli indimenticabili, capitomboli nella polvere, campeggi di fortuna e pastasciutte a bordo strada” in compagnia di un gruppo di amici, differenti di età e provenienza, ma tutti rigorosamente in Vespa, in viaggio per l’intera Patagonia alla volta della Terra del Fuoco.
Protagoniste sono 23 Vespa ammassate in un container spedito sino a Buenos Aires da dove ha inizio questa “piccola folle impresa” (come la definsice lo stesso autore e protagonista) che porta a Ushuaia attraverso la Pampa argentina e lungo il confine con il Cile per poi risalire sino alla capitale argentina costeggiando l’Atlantico.
Quale è il ricordo più bello di questo viaggio? “Difficile trovarne uno solo, ci sono stati diversi momenti magici a cui mi capita di ripensare ancora oggi a anni di distanza. Ricordo ad esempio una mattina: eravamo ormai in bassa Patagonia in una zona desertica, lontani da tutto quanto, e in quei giorni per pernottare facevamo un accampamento con le nostre tende nel mezzo del nulla – racconta Lorenzo – Unico punto di riferimento la Ruta 40 che correva accanto a noi. Quella notte fu davvero magica, nel buio assoluto la Via Lattea era così luminosa che sembrava di poterla toccare alzando le braccia. Ricordo che alla mattina alle prime luci dell’alba aprii la zip della tenda, il Pampero che aveva soffiato forte tutta la notte maltrattando la tenda si era placato e pettinava a ondate l’alta erba secca che stava tutto attorno e rimasi ad ammirare la mia Vespa in mezzo a questo scenario e mi domandai: ma è tutto vero?”
Nell’introduzione al tuo libro ricordi gli anni che videro la nscita della Vespa, un veicolo straordinario che il suo grande successo lo deve soprattutto alle caratteristiche volute da Corradino D’Ascanio, il suo geniale progettista: robusta, affidabile, di manutenzione semplice, con ruote intercambiabili e pure una di scorta per poter tornare a casa. Sempre. Se dovessi descrivere la Vespa con un solo aggettivo, quale sarebbe? “Riferendomi al mezzo con cui intraprendere un viaggio, l’aggettivo più calzante credo sia ideale. Se sottoposta a una manutenzione regolare è un veicolo davvero affidabile e in caso di guasti quasi sempre si riesce a porvi rimedio. E’ possibile caricare molto più bagaglio di quanto se ne può caricare su una moto della medesima cilindrata. La sua velocità poi è perfetta per viaggiare, è sufficientemente veloce per coprire distanze importanti in una giornata di cammino ma la sua velocità non è tale da impedirti di avere il tempo per guardarti attorno e apprezzare i luoghi che ti trovi ad attraversare. Ideale, sì sarebbe questo l’aggettivo!” – spiega Lorenzo.
La domanda è scontata ma…quando è nata la tua passione per la Vespa? “E’ un qualcosa che è andato sviluppandosi negli anni. All’inizio la utilizzavo come mezzo di trasporto quotidiano, poi cominciai a usarla per andare in vacanza e ogni anno la meta finiva per essere sempre un po’ più lontana dell’anno precedente – conclude Lorenzo – Delle vacanze itineranti che somigliavano sempre più a piccoli viaggi. L’altra mia passione, la narrativa di viaggio ha fatto il resto. Leggere le storie di chi ha girato il mondo mi ha fatto guardare alla mia Vespa con occhi nuovi, ho conosciuto altri con la mia stessa passione fino a quando un bel giorno ci siamo trovati a caricare i nostri scooter su un bastimento diretto a Buenos Aires!“.
Franchini coniuga la passione per l’iconica due ruote e la scrittura occupandosi di due blog di sua creazione – “Chilometri di Parole in Vespa” e “VespArtNews” – e collaborando con il magazine Mototurismo su cui scrive, ovviamente, di Vespa e viaggi. A “Dove il mondo finisce”, edito da AlpineStudio (Collana Orizzonti – 16,80€), l’autore ha dedicato un sito web (www.doveilmondofinisce.tk) dove si possono trovare tante informazioni.
Un consiglio? Leggetelo, vi piacerà anche se non siete appassionati della Vespa e dei motori in generale. Perchè è avvincente, scritto (molto) bene e perché, pagina dopo pagina, vi sembrerà di essere realmente lungo la Ruta 40 per affrontarne, con il sorriso, le curve più difficili, che sono poi anche quelle della vita.