
Restaurata da Armando Zanelli che l’ha sapientemente riportata all’antico splendore, questa Campagnola AR51 fabbricata nelle officine Fiat del Lingotto ha un’anima decisamente green. Ve ne sveliamo i segreti.
E’ il 1951 quando la dirigenza Fiat decide di avventurarsi in quella che sarà la traversata per eccellenza dell’Africa affidando a due AR51 un progetto decisamente ambizioso. Una partirà da Algeri per raggiungere Cape Town in una sorta di ricognizione del percorso, l’altra sarà protagonista indiscussa della tratta inversa che da Città del Capo rientrerà ad Algeri dopo 11 giorni, 4 ore e 54 minuti di viaggio.
Un record di traversata dell’Africa in auto, tutt’oggi imbattuto, che consacra la Campagnola nell’olimpo dei raid. Terreni differenti (quelli che predilige sono decisamente nostrani, emiliano romagnoli per l’esattezza) ma stesso DNA per la nostra AR51, fabbricata nel 1953 e con immatricolazione civile di dodici anni più tardi, di cui abbiamo seguito l’interessante ristrutturazione eseguita in quasi due anni di paziente lavoro da Armando Zanelli che al figlio Roberto, proprietario della Campagnola, ha trasmesso la grande passione per quella che rappresenta la storia dei 4×4 italiani del dopoguerra.
All’epoca l’eterna lotta progettuale fra Fiat e Alfa Romeo si concretizzò con la produzione della AR51 preferita dall’Esercito Italiano che nel 1950 aveva promosso un bando di concorso per la fornitura di veicoli polivalenti da destinare a impieghi speciali. Ridotte cortissime utili ad affrontare salite e discese, piastre di protezione sottoscocca di serie e affidabilità meccanica (non per niente una sua antenata ha attraversato l’Africa!) sono solo alcuni pregi di questa intramontabile evergreen. Perfetta in off road, l’abbiamo messa alla prova fra rocce e fango dove non ha certo dimostrato i quasi 70 anni che risultano all’anagrafe…
Acquistata nel 2005, dopo alcuni anni trascorsi in un capanno di famiglia, questa AR51 è tornata a circolare su strada grazie alla sapiente ristrutturazione eseguita da Armando (e con la preziosa collaborazione di Alberto Albertazzi) che è intervenuto separando dapprima carrozzeria da telaio per poter procedere alla sostituzione delle parti arrugginite e dei componenti usurati. Ripristinati gli originali cruscotto, parafanghi interni (vano motore), parabrezza, mascherina anteriore, sedili e carter a copertura del cambio, il restauratore ha realizzato una pressa rudimentale con stampi per ricalcare il disegno delle parti di carrozzeria da costruire ex novo rispettando le esatte dimensioni delle lamiere che sono in tutto e per tutto corrispondenti a quelle uscite di serie dagli stabilimenti di Torino.
Fiancate esterne, anteriori e posteriori sono state acquistate da un rivenditore specializzato mentre altre (come sportello posteriore e cofano) sono frutto della minuziosa abilità del signor Zanelli che ne ha curato il rifacimento. Completata la saldatura della carrozzeria si è proceduto con la verniciatura della Campagnola con una tonalità verde brillante: al primo fondo di antiruggine ne è stato aggiunto uno di antirombo su cui si è passata una mano finale di vernice. Dopo aver sabbiato completamente il telaio a longheroni e traverse, si è ricostruito il paraurti anteriore dell’AR51 che ha richiesto diverse settimane di lavoro per la complessità dell’intervento. Montaggio di sospensioni, freni, pneumatici e carrozzeria hanno completato questa fase del restauro che ha poi interessato motore e impianto elettrico. Rimasto come l’originale ma rigenerato in molte sue componenti, il motore dell’AR51 è un 4 cilindri in linea da 1901 cc. di cilindrata che eroga 56 CV. Ad alimentarlo è un carburatore Solex 32 (benzina & GPL) con trasmissione a 4 rapporti + RM con riduttore e bloccaggio differenziale manuale al 100%.
Fra gli altri interventi che hanno interessato questo reparto si è scelto di sostituire il filtro dell’olio originale con uno più moderno e performante così come il radiatore che è perfettamente identico a quello in dotazione di serie, ma in rame, materiale che permette di aumentare lo scambio termico con notevoli migliorie. Alla ventola in ferro a 4 pale che monta l’AR51 se ne è preferita una in plastica a 5 pale che risulta essere più efficiente rispetto a quella in dotazione originariamente sulla Campagnola. Assemblato e messo a banco per la prova finale, il motore è stato infine installato sul veicolo assieme al cambio. Ricostruito ex novo, con l’utilizzo di componenti e materiali quanto più simili a quelli degli anni ’50, anche l’impianto elettrico a 12 volt che ricalca fedelmente tutte le caratteristiche del precedente.
Ponte rigido con balestre per il posteriore, sospensioni indipendenti con molla e ammortizzatore a bagno d’olio in corpo unico e barra stabilizzatrice per l’anteriore: a progettare questo, diciamo pure, indistruttibile sistema sospensivo fu all’epoca l’ingegnere Dante Giacosa che contribuì al successo della Campagnola e di tanti altri modelli Fiat. Sui freni, entrambi a tamburo e rimasti originali, si è intervenuti solo con la sostituzione di cilindretti e ferodi delle ganasce.
Gli pneumatici scelti per equipaggiare l’AR51 sono dei ricoperti Trakker Pneus Elite nella misura 6.00 R16. Assolutamente di serie cruscotto, volante e sedili anteriori che sotto la seduta celano il serbatoio del carburante (lato guida) e il vano porta batteria (lato passeggero). Sprovvista di cinture di sicurezza, in quanto veicolo non dotato di attacchi sin dall’orgine, la Campagnola monta in aggiunta un resistente roll bar protettivo di fabbricazione artigianale realizzato in inox e in tinta con la carrozzeria, con tubi di diametro 60 mm, ancorato in più punti al telaio per permettere di districarsi in tutta sicurezza anche sui percorsi più impegnativi.