
I due colossi del mondo automotive si stanno per fondere in una joint venture destinata a produrre esclusivamente veicoli da trasporto a celle combustibili, ovvero a idrogeno.
Finalmente due colossi del mondo industriale e del mondo automotive hanno deciso di fondere le proprie conoscenze e le proprie forze, sia economiche, sia di conoscenza e di know-how, al fine di produrre veicoli da trasporto a celle combustibili.
Si tratta di un evento epocale per il mondo dei trasporti, in quanto rappresenta uno step successivo alla volontà di andare a decarbonizzare un settore da sempre legato al diesel e all’inquinamento atmosferico.
La creazione di questa nuova società, che permetterà ai due colossi Daimler Truck e Volvo, di far confluire le proprie conoscenze, i propri ingegneri e i propri capitali economici, apre quindi una strada a interessanti implementazioni per questo settore. Sono già attive diverse aziende che vogliono andare a portare l’idrogeno a bordo dei camion. Si tratta infatti di altre a società di assoluto primato a livello mondiale come Bosch e Nikola, entrambe che hanno posto come data di produzione di veicoli da trasporto a idrogeno, il 2022 o al più tardi 2023. Anche altri colossi a livello mondiale si stanno muovendo, come ad esempio Hyundai e Toyota che stanno sviluppando, nelle fasi conclusive, i propri camion a celle di combustibile.
L’utilizzo dell’idrogeno è quantomeno indispensabile da un punto di vista strategico, per andare a creare una mobilità sempre più sostenibile. Abbiamo visto infatti che anche il settore dei trasporti su rotaia si sta interessando in modo importante a questa conversione, sia per una facilità di utilizzo, sia per un perfetto connubio con le batterie elettriche.
Secondo i più importanti analisti infatti, il futuro dei trasporti è legato sempre più all’elettrico e all’idrogeno, due forme di alimentazioni che prenderanno completamente il posto del benzina e del diesel nei prossimi 50 anni. Chiaramente ci vorrà del tempo per vedere una completa conversione del parco automezzi da trasporto al l’idrogeno, ma l’accordo di oggi non è altro che la prima o tra le prime fase di conversione, inevitabili per ottenere un risultato ottimale nel prossimi anni.