Carlo Laurora
Carlo Laurora durante il suo viaggio "zaino in spalla" dalla Cina all'Italia (Fonte Carlo Laurora)

Settanta giorni per ripercorrere la Via della Seta senza prendere mai un aereo: ecco la storia di Carlo Laurora che della sua emozionante avventura ha fatto e pubblicato un diario di viaggio dal titolo “Abito il mondo”.

“Ho bisogno di prendermi del tempo per fare quello che oggi è diventato più complicato che mai per ogni viaggiatore, godersi il viaggio e non solo la destinazione”. Primavera 2018: Carlo Laurora sceglie di intraprendere un lungo viaggio ripercorrendo le orme di Marco Polo, dalla Cina all’Italia, senza prendere aerei ma spostandosi solo con mezzi pubblici e a piedi o in autostop.

Un’avventura raccontata in 268 pagine fitte di aneddoti da leggere tutte d’un fiato in “Abito il mondo – La Via della Seta senza aerei”, il suo primo libro, presentato in dieci città italiane. Un biglietto aereo in tasca per rientrare a Trani, sua città natale in Puglia, in realtà Carlo lo aveva già. Poi cos’è successo? “All’improvviso ho deciso di strappare il ticket e invece di 12 ore di volo ci ho messo due mesi e una settimana per tornare in Italia – racconta sorridendo – Sono partito da Xi’an, la regione cinese più a ovest e, zaino in spalla, ho attraversato a piedi, su ruota, rotaia e navi Kyrgyzstan, Uzbekistan e Kazakistan dormendo in villaggi e piccoli ostelli o in casa di sconosciuti. Poi mi sono imbarcato al porto di Aktau sul mar Caspio e ho proseguito per Azerbaigian, Georgia, Turchia; da Istanbul ho percorso l’Europa dell’Est in bus sino a raggiungere l’Italia e infine Trani”.

Con quasi 50 paesi al mondo già visitati, Carlo, oggi ventottenne, è anche l’ideatore del portale “Italian? Yes” specializzato nell’organizzazione di viaggi per ragazzi alla scoperta delle bellezze del nostro pianeta. A metà del 2019 ha dato vita, assieme a alcuni amici come lui appassionati viaggiatori, a un nuovo interessante progetto, “Si vola!”, di cui è uno dei coordinatori.

Ci racconti un episodio di questo lungo viaggio sulle orme di Marco Polo che ti è rimasto particolarmente nel cuore? “A dire il vero ce ne sono davvero tanti. Ero a Kashgar, nella provincia autonoma cinese dello Xinjiang: se decidi di percorrere la Via della Seta non puoi dire di averlo fatto se non passi per il mercato del bestiame di questa località. Qui ho passeggiato fra stretti vicoli perdendomi nelle viuzze dove centinaia di bambini giocano per strada, sorridendo sempre. Lì mi sono reso conto che la semplicità è davvero sinonimo di felicità” – spiega Carlo.

Cosa ti ha insegnato quest’esperienza in giro per il mondo? “Viaggiando ho imparato ad esempio a conoscere tante religioni di cui prima non sapevo nulla e ho capito che c’è un sottile filo rosso che le unisce tutte, il vivere in sintonia con il prossimo: se riuscissimo a rapportarci con chi è attorno sempre con sincerità e gentilezza probabilmente tanti dei problemi che attanagliano le nostre vite non esisterebbero. Quello che ora so con certezza è che viaggiare, o in generale imparare a convivere con ciò che è diverso da quello a cui siamo abituati, rende più flessibili e ciò permette di vivere meglio con chi si ha davanti” – assicura.

Quanto ti è stata utile la tecnologia in quei 70 giorni di viaggio per rientrare in Italia? “Molto! Chissà quanto era difficile viaggiare quando non c’erano le mappe sugli smartphone e le altre utilità di cui possiamo beneficiare oggi: in tanti si scagliano contro i nuovi mezzi tecnologici dicendo che fanno perdere quella poesia che un tempo aveva il viaggio. Io invece sono uno di quelli che crede che questi mezzi siano un’opportunità che va sfruttata con criterio. Mi chiedo dove sarei stato in tante occasioni se non avessi avuto a disposizione quelle facilitazioni – prosegue Carlo – Certo, consultare una mappa cartacea ha tutto un altro fascino ma a volte se ne può fare a meno. E viva allora quella tecnologia che apporta benefici sani alle nostre vite”.

Prima di raggiungere a Trani famiglia e amici, Carlo ha scelto Venezia come prima tappa italiana di rientro da questo incredibile viaggio, un omaggio a Marco Polo che, nel corso dei secoli, ha ispirato in questa avventura tanti altri viaggiatori. E poi Padova, Siena e infine Roma con il Colosseo. “E’ stato un viaggio grandioso che mi ha arricchito l’anima e la mente, viaggio dopo viaggio ho compreso che si parte per tornare: amo perdermi in mezzo al mondo ma mi piace anche rientrare a casa, ritrovare la famiglia, gli amici e tutto ciò che rappresenta la mia vita. Ho viaggiato al rallentatore, l’ho fatto per me – conclude – Un grazie lo devo ai miei genitori e a quelle persone che anche inconsapevolmente mi hanno aiutato a capire che coraggioso non è chi parte ma chi rimane fermo guardando la propria vita scorrere davanti”.

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