
Il rally amatoriale più grande al mondo, la Budapest-Bamako, ha da poco concluso la sua 13^ edizione percorrendo in 17 giorni più di 8 mila chilometri, dall’Ungheria alla Sierra Leone.
La Budapest-Bamako, The Great African Run, è dedicata a chi sogna l’Africa e l’avventura, a chi il deserto e i paesaggi del continente nero li ha nel cuore. Competizione amatoriale, avventura estrema e manifestazione solidale: insomma, une evento che lascia il segno. Un viaggio di migliaia di chilometri, su terreni spesso ostili, che da una delle più suggestive capitali d’Europa, Budapest per l’appunto, accompagna sino al continente africano.
Giunto alla sua tredicesima edizione nel 2020, il raduno amatoriale più grande al mondo è ritornato in Africa occidentale con un tracciato fra i più lunghi e impegnativi nella sua storia: “Non ci siamo mai avventurati così profondamente nel cuore dell’Africa occidentale: il percorso è stato spettacolare e difficile allo stesso tempo – spiega Andrew G. Szabo, creatore dell’evento – Una corsa come sempre piena di colpi di scena, tante curve e avventure inaspettate. Per le squadre in categoria racing e 4×4 il tracciato si è rivelato sorprendente e molto impegnativo. Per gli iscritti in moto i paesaggi naturali sono stati straordinari e l’itinerario tutt’altro che semplice”. Provenienti da Ungheria, Spagna, Finlandia, Lituania, Romania, Repubblica Ceca, Croazia ma anche Canada, Australia e India (oltre a tanti altri paesi), più di 250 equipaggi su due e quattro ruote si sono dati appuntamento ai nastri di partenza. Per l’Italia à scendere in pista è stata Laura Cola in sella alla sua Honda CRF250 Rally (Team Applebanger-Horowitz).
La prossima edizione si svolgerà nel 2022 e ci si potrà iscrivere scegliendo fra quattro categorie: “Racing” con tappe giornaliere in cui si dovranno trovare, fotografare e riportare su una tabella di gara quotidiana i “punti navigazione” stabiliti dall’organizzazione; “Touring 4×4” senza punteggi o luoghi in cui arrivare e fotografare (sarà sufficiente seguire un roadbook dettagliato); “Touring” per chi non possiede un veicolo 4×4 (è consigliata però un minimo di preparazione); “Spirit Category” senza tassa d’iscrizione a patto che si mantenga lo spirito originale della manifestazione e che, con il proprio progetto, si rientri nei 20 posti disponibili a ogni edizione.
Da sempre la Budapest-Bamako abbina offroad e avventura a progetti soldali. Per l’edizione di febbraio 2020 sono state ben due le iniziative a cui gli organizzatori hanno rivolto il loro aiuto. Il primo progetto, “Acqua pulita per il Senegal”, ha avuto come obiettivo quello di fornire un sistema di acqua potabile per il villaggio di Dindefelo con pompe a energia solare e un sistema di filtrazione. L’altro invece ha riguardato la piantumazione di alberi da frutto e da olio medicinale in Sierra Leone per compensare le emissioni di carbonio: il paese è stato infatti vittima di tagli selvaggi e numerosi incendi in agricoltura oltre che di pratiche irresponsabili di gestione delle foreste.
“Abbiamo cercato di far piantare 2000 alberi non solo per migliorare la qualità dell’aria e fornire ombra ma anche per produrre entrate in contanti per gli abitanti del villaggio negli anni a venire. Il nostro progetto mira a distribuire alberi di Neem e da frutto lungo il percorso di Bumbuna Falls Freetown. E agli abitanti del villaggio verrà insegnato come gestirli e prendersene cura” – concludono dallo staff organizzatore.
Informazioni su http://www.budapestbamako.org